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Emanuela Orlandi, TgLa7 apre ad un colpo di scena: scambio di lettere coinvolgerebbe zio della 15enne scomparsa

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2023-07-10

E se la scomparsa di Emanuela Orlandi non avesse nulla a che fare con il Vaticano, la Banda della Magliana ed il presunto intrigo internazionale? Ecco il nuovo colpo di scena sul caso iniziato 40 anni fa, in seguito alla sparizione dell’allora cittadina vaticana di 15 anni e anticipato oggi 10 luglio nell’edizione delle 20.00 …

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E se la scomparsa di Emanuela Orlandi non avesse nulla a che fare con il Vaticano, la Banda della Magliana ed il presunto intrigo internazionale? Ecco il nuovo colpo di scena sul caso iniziato 40 anni fa, in seguito alla sparizione dell’allora cittadina vaticana di 15 anni e anticipato oggi 10 luglio nell’edizione delle 20.00 del TgLa7 (QUI il video)

Emanuela Orlandi ed il nuovo colpo di scena

Secondo quanto reso noto dal TgLa7, in Vaticano sarebbero emersi alcuni documenti inediti che potrebbero portare ad una nuova pista sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Una pista, in realtà, già presa in esame in passato e poi misteriosamente archiviata. 

Sul giallo sono attualmente in corso le indagini sia da parte dell’ufficio del Promotore di giustizia della Santa Sede che della procura di Roma.

Il riferimento è ad uno scambio di lettere intercorso tra l’allora cardinale Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli e un sacerdote sudamericano a lungo consigliere spirituale e confessore della famiglia di Emanuela. Uno scambio che risalirebbe al settembre del 1983, ovvero pochi mesi dopo la scomparsa della ragazza e che andrebbe a coinvolgere uno zio della 15enne.

Nel dettaglio, farebbe riferimento a presunte molestie che la sorella maggiore di Emanuela, Natalina, avrebbe subito da parte di uno zio, ora deceduto. 

Secondo quanto emerso dal Tg di Enrico Mentana, su La7, Natalina avrebbe messo queste dichiarazioni “a verbale nell’interrogatorio – mai emerso dagli atti – reso a un magistrato di Roma”. Il TgLa7 spiega ancora:

Il ritrovamento delle due lettere non è direttamente un atto di accusa verso lo zio di Emanuela, ormai scomparso. Ma spalanca uno scenario aperto solo in parte, e non si sa perché non coltivato, quando le indagini erano state tolte al sostituto procuratore Margherita Gerunda per essere affidate al suo collega Domenico Sica.

I titolari dei due fascicoli d’indagine sono rimasti molto colpiti al momento del raffronto tra il volto di Mario Meneguzzi e l’identikit tracciato dal vigile e dal poliziotto che riferirono di aver visto, la sera della scomparsa, un uomo a colloquio con Emanuela appena uscita dalla scuola di musica vicino al Senato. Come vedete, una somiglianza che avrebbe imposto approfondimenti immediati. Ci sono stati?

Una domanda alla quale, forse, adesso si tenterà di rispondere.

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