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Pamela Prati revoca il mandato al suo avvocato, chiesti 60mila euro: il legale “messaggio? Mai scritto!”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2019-06-14

Nelle ultime ore si è tornati a parlare con una certa insistenza di Pamela Prati e della sua mancata partecipazione a Live Non è la d’Urso. A spiegare il motivo choc della sua assenza è stata proprio Barbara d’Urso, la quale ha parlato di richieste esagerate sia in termini economici ma non solo da parte …

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Nelle ultime ore si è tornati a parlare con una certa insistenza di Pamela Prati e della sua mancata partecipazione a Live Non è la d’Urso. A spiegare il motivo choc della sua assenza è stata proprio Barbara d’Urso, la quale ha parlato di richieste esagerate sia in termini economici ma non solo da parte dei suoi avvocati. Nelle passate ore, come riportato da Dagospia, sarebbe sopraggiunto un colpo di scena inaspettato: Pamela Prati avrebbe revocato il mandato ad uno dei suoi avvocati, Si tratta dell’avvocato Irene Della Rocca, matrigna di Guendalina Tavassi (che intanto continua ad attaccare Eliana Michelazzo, Pamela Perricciolo e la stessa Prati anche ‘usando’ i suoi figli nelle varie Intagram Stories).

Pamela Prati, il suo (ex?) avvocato replica a Barbara d’Urso

Proprio l’avvocato (ormai ex) di Pamela Prati, Irene Della Rocca (la stessa intervenuta più volte a Storie Italiane sulla medesima vicenda), ha detto la sua a Fanpage.it con una lunga lettera in cui contesta sostanzialmente la versione di Barbara d’Urso e rivela dei retroscena choc. A suo dire, negli ultimi mesi ci sarebbero state varie diffide nei confronti del programma di Barbara d’Urso, fino alla richiesta di replica a favore della Prati, “da esercitarsi solo nell’ultima puntata, se fosse stata trattata la storia con un taglio più oggettivo e non accusatorio, come fatto finora”.

L’avvocato ha parlato anche di una richiesta di chiarimenti personali con la conduttrice, preferibilmente a Roma per via dei (nuovamente sopraggiunti, a quanto pare) problemi di claustrofobia e legati ai mezzi da parte della Prati (che con Mark Caltagirone ed i suoi finti bimbi in affido erano temporaneamente scomparsi).

“Invece ci è stato chiesto di fare l’incontro propedeutico alla eventuale partecipazione a Milano. Più volte è stato specificato per iscritto che la signora Prati non poteva reggere il video per oltre 10/15 minuti ed aveva già risposto a tutte le domande poste dalla signora d’Urso in una lunga intervista rilasciata gratuitamente al settimanale Chi”, ha aggiunto la Della Rocca.

E sulla richiesta di un esorbitante cachet di diverse decine di migliaia di euro, l’avvocato ha spiegato che si trattenere di una “richiesta di risarcimento danni per la mancanza della liberatoria sulle immagini di precedenti partecipazioni a Live, per diffide già inoltrate da tempo al programma”. Quindi ha aggiunto: “La mia cliente non ha richiesto alcun cachet per la sua eventuale partecipazione alla trasmissione Live”.

Il giallo del messaggio cancellato

Un piccolo giallo anche in merito al messaggio ricevuto dalla produzione con la presunta richiesta di cachet, che la d’Urso ha definito quasi una sorta di ricatto:

“Ieri la conduttrice ha dichiarato che il produttore ha ricevuto un messaggio in cui si diceva che la Signora doveva essere pagata altrimenti non sarebbe scesa dalla macchina. Lo stesso messaggio sarebbe partito dal mio cellulare, ma io non l’ho scritto e non lo ritrovo, pur avendone avuto visione. In ogni caso il messaggio è ampiamente superato dalla mail in cui si chiarisce che se la signora vuol rientrare a Roma io non posso impedirlo. Si chiarisce anche la disponibilità, si ribadisce sempre a titolo gratuito, senza cachet, non richiesto mai, alla presenza nell’ultima puntata, se fosse finito l’attacco ingiustificato da lei subito in questi mesi”.

Fanpage prima di pubblicare la lettera dell’avvocato ha visionato lo scambio epistolare con la produzione, confermando la richiesta di Della Rocca delle domande che la d’Urso avrebbe fatto alla Prati, di voler sapere in anticipo l’atteggiamento che la conduttrice avrebbe avuto nei suoi confronti nello spazio che non sarebbe dovuto essere superiore a 15 minuti. E si parla anche di soldi, 60 mila euro, ma non intesi come cachet bensì come “risarcimento danni”. Ora però resta da capire chi avrebbe inviato il messaggio poi scomparso.

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