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Donatella Rettore, senza trasfusione di sangue a Sanremo 2022: malattia e rischi

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2022-02-03

Donatella Rettore è in gara a Sanremo 2022 con Ditonellapiaga sulle note di “Chimica”. La celebre artista, prima di arrivare sul palcoscenico del Teatro Ariston ha raccontato tra le pagine del settimanale DiPiù, di non aver potuto fare la consueta trasfusione per tenere a bada la talassemia, malattia di cui soffre da oltre 30 anni. …

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Donatella Rettore è in gara a Sanremo 2022 con Ditonellapiaga sulle note di “Chimica”. La celebre artista, prima di arrivare sul palcoscenico del Teatro Ariston ha raccontato tra le pagine del settimanale DiPiù, di non aver potuto fare la consueta trasfusione per tenere a bada la talassemia, malattia di cui soffre da oltre 30 anni.

La malattia di Donatella Rettore: al Festival senza trasfusione

I medici e gli infermieri sono tutti impegnati ad assistere i malati di Covid. Non avendo fatto la trasfusione rischio di sentirmi stanca e stravolta. Per ora, però, sto benissimo: sono un’esplosione di energia. Crollare durante il Festival sarebbe tremendo. Ma sono certa che l’adrenalina mi aiuterà a rimanere in forma.

Le trasfusioni di sangue sono spossanti e non facili da sopportare, ma quando le finisco poco alla volta inizio a sentirmi meglio.

È la mia croce. La talassemia è una malattia del sangue che mi abbassa le difese immunitarie e mi fa sentire stanca, incapace di reagire, apatica. L’unico modo in cui posso curarmi è sottopormi a trasfusioni di sangue.

Il tumore al seno

Oltre alla talassemia Donatella Rettore ha dovuto fare i conti pure col tumore al seno così come ha avuto modo di raccontare in più di una occasione:

Mi hanno operato il 1 marzo. Il 13 mi hanno detto che dovevano intervenire di nuovo. Lì è cominciata la mia via crucis, con il Covid insieme. Per fortuna sono stata molto aiutata. Mi sono fatta spesso male nella mia vita, ma una cosa così pesante non mi era mai capitata. Forse neppure me ne sono resa conto benissimo, ma ringraziamo i medici che mi hanno tenuta tranquilla.

Mio marito era sempre sorridente e mi diceva: ‘Non ti può capitare niente’. Quando è venuto a prendermi in pieno lockdown, mi ha portato un cucciolo che mi è subito saltato addosso. Ho vissuto il lockdown come una convalescenza. È questa seconda parte, con le varie varianti, che vivo con grande incertezza.

 

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