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Alfonso Signorini confessa di essere infedele ma dice no ai matrimoni e alle adozioni gay

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-04-27

Un titolo, quello del settimanale Grazia, che lascia un attimo a bocca aperta. Alfonso Signorini, sorridente con scritto a caratteri cubitali: “Anche gli infedeli sanno amare”. Titolo curioso, accattivante che sicuramente, per gli amanti del gossip, induce volontariamente a proseguire la lettura per poterne sapere di più. Il direttore del settimanale Chi, ha scritto un …

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Un titolo, quello del settimanale Grazia, che lascia un attimo a bocca aperta. Alfonso Signorini, sorridente con scritto a caratteri cubitali: “Anche gli infedeli sanno amare”. Titolo curioso, accattivante che sicuramente, per gli amanti del gossip, induce volontariamente a proseguire la lettura per poterne sapere di più. Il direttore del settimanale Chi, ha scritto un nuovo libro, Amore folle amore. La scandalosa storia di Zelda e F. Scott Fitzgerald, e nel frontespizio Signorini ha scritto: “A chi ama, anche senza un perché”. Dal libro, nasce da sé l’intervista al giornalista più chiacchierato della TV.

Per quanto riguarda l’innamoramento, Signorini inizia l’intervista spiegando: “Io mi sono innamorato per disperazione. Anche perché, condividere i miei spazi, per me è una gran seccatura” e aggiunge: “Le farfalle nello stomaco o le campane di San Giusto non le ho mai sentite”. Poi, continuando a parlare della sua storia d’amore dichiara: “Ho un compagno da dieci anni. Penso che l’innamoramento sia qualcosa di limitato nel tempo. Quando capita, ci sentiamo più vulnerabili ma esaltati: la passione fisica ci stravolge, siamo poco concentrati nel lavoro. Ed è anche una questione di sopravvivenza che ci fa passare velocemente in uno stato più tranquillo”.

Fatta questa doverosa, quanto intensa premessa, Signorini continua: “Allora subentra un valore aggiunto, qualcosa di più prezioso da costruire, che io chiamo amore. Intendo l’intimità che si costruisce con la quotidianità, i litigi, le rotture e con la consapevolezza che dell’altra persona non riesci più a fare a meno”. Descritto così il rapporto d’amore, sembra idilliaco, perfetto, ma almeno per quanto riguarda il giornalista, non è tutto oro quello che luccica: “L’intimità diventa routine, la passione viene meno. Mi sacrifico in nome di questo amore oppure sfogo la mia sete di emozioni? Alla fine io mi rispondo che l’amore non merita tanto sacrificio”.

Alla risposta della giornalista: “Quindi non è fedele?” arriva un secco e deciso: “No”.

Signorini continua l’intervista affermando di non essere geloso e di avere avuto sensi di colpa solo le prime volte che tradiva. Quando però l’argomento si sposta parlando dei matrimoni tra coppie omosessuali e adozioni gay, si dimostra chiuso nella sua posizione: No, in entrambi i casi. Il giornalista inoltre afferma di essere molto cattolico:

Vivo questo tipo di cose dopo aver avuto un’educazione rigida. Ho smussato alcune chiusure, ma non le ho eliminate del tutto.

La domanda mi sorge spontanea: un cattolico dichiaratamente gay, contrario alle unioni civili e alle adozioni da parte delle coppie omosessuali ma favorevole al tradimento del proprio partner. E’ un controsenso pazzesco solo per me?

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