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Ad Annozero si parla di Mafia

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-02-05

Fa effetto vedere una folla di uomini, donne, ragazzi, di tutte le posizioni sociali, di qualunque idea religiosa, riuniti, fianco a fianco, in difesa di chi per la Mafia rischia la vita. Parlo del giudice Giovanbattista Tona, e di tutti i magistrati che sono con lui, a Caltanissetta. In onore dei morti ammazzati dalla Mafia, …

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Fa effetto vedere una folla di uomini, donne, ragazzi, di tutte le posizioni sociali, di qualunque idea religiosa, riuniti, fianco a fianco, in difesa di chi per la Mafia rischia la vita. Parlo del giudice Giovanbattista Tona, e di tutti i magistrati che sono con lui, a Caltanissetta. In onore dei morti ammazzati dalla Mafia, Rocco Chinnici, Falcone, Borsellino, Cassarà, Peppino Impastato e tutti gli altri, ci stringiamo uniti attorno a tutti questi cittadini, e attorno a questi magistrati, giudici, semplici impiegati: uniti contro la Mafia.

Infatti al contrario di Bruno Vespa, che fa approfondimenti riguardo Morgan e la droga, Annozero ha preferito dirci qualcosa riguardo una notizia che tutti i TG hanno taciuto, nascosto. A Caltanissetta, storica roccaforte della mafia di Gela, vecchia alleata dei Corleonesi di Riina, più di duemila persone si sono ritrovate per stringersi contro i magistrati che pur essendo chiamati “esseri antropologicamente diversi dalla razza umana” da un noto esponente del Governo, fanno il loro dovere e vengono minacciati di morte per questo. La puntata, visibile sul sito www.annozero.rai.it, ha visto ospiti Felice Cavallaio, giornalista del Corriere della Sera, Niccolò Ghedini, deputato PDL e penalista personale di Silvio Berlusconi, Luigi de Magistris dell’IDV e il giornalista Giorgio Bocca, in collegamento da Milano.
Vorrei appunto riflettere su una frase, pronunciata da Giorgio Bocca, che a mio parere è molto significativa: nel prendere la parola infatti, il giornalista ha detto a Michele Santoro

Devi avere un gran bello stomaco tu, per riuscire a sopportare queste sceneggiate.

E credo che abbia pienamente ragione, o forse no? Dopotutto Ghedini Niccolò, che prende due stipendi, uno da deputato e l’altro da avvocato, ha trattato l’illustre giornalista con una sufficienza vergognosa, screditando la sua esperienza di partigiano e giornalista libero. Badate bene, il giornalista libero, è libero in quanto tollerante e svincolato da qualunque potere forte, ma ha tutto il diritto di possedere idee proprie.

Infine, un dubbio amletico mi attanaglia le viscere da ieri sera: devo esporlo. Con tutti i processi che ha in corso il suo illustre cliente, che pare venga chiamato perfino Re delle Due Italie, ossia il misterioso Mr. B, possibile che Ghedini non abbia mai da lavorare, visto che è anche deputato? Mistero.

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