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Quando Alfonso Signorini tradì la fidanzata con un uomo: “Non l’avevo mai fatto…”, il racconto tragicomico

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2022-02-17

Alfonso Signorini, tramite il consueto editoriale tra le pagine di Chi Magazine, in attesa della nuova puntata del Grande Fratello Vip, ha raccontato un croccante aneddoto del passato con protagonista un tradimento con un “tarro” per San Valentino. Alfonso Signorini ha tradito la fidanzata con un belloccio? Il racconto Vi scrivo il giorno di San …

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Alfonso Signorini, tramite il consueto editoriale tra le pagine di Chi Magazine, in attesa della nuova puntata del Grande Fratello Vip, ha raccontato un croccante aneddoto del passato con protagonista un tradimento con un “tarro” per San Valentino.

Alfonso Signorini ha tradito la fidanzata con un belloccio? Il racconto

Vi scrivo il giorno di San Valentino sul treno che mi sta portando a Roma. E mentre guardo fuori dal finestrino ripenso a uno dei San Valentino più tragicomici della mia vita. A quei tempi stavo con una splendida ragazza di Roma, che studiava Economia a Milano. 

E proprio durante la festa degli innamorati per causa di forza maggiore mi lasciò solo per raggiungere la sua famiglia. Così, come il primo dei traditori seriali, mi trovai ad avere un “pensiero stupendo”: perché non approfittarne per assecondare quella voglia di trasgressione che sentivo da tempo dentro di me? Non l’avevo mai fatto. 

Ma da dove cominciare? Ero completamente fuori dai giri gay, non frequentavo locali e non esistevano ancora chat di incontri. Così, presi il coraggio a due mani e la notte mi trovai davanti all’edicola di porta Venezia a comperare Secondamano, un giornale di inserzioni gratuite. 

Nelle pagine finali c’era un’intera sezione dedicata agli incontri e, tra un annuncio e l’altro, Signorini fu catturato da un modello:

“Robert. Modello di campagne internazionali di Calvin Klein e Armani offresi per compagnia. Anche weekend”. Il giorno dopo, mettendo tre fazzoletti sulla cornetta del telefono per camuffare la voce, lo chiamai. Il cuore mi batteva impazzito. Concordai un fine settimana a Parigi. 

Mentre lo aspettavo in aeroporto vedo apparire in lontananza un tipo improbabile: bellissimo, con una canotta sotto un giubbetto jeans, cicca in bocca, occhiali a specchio. Il classico tarro, Per un attimo ho sperato che non fosse lui. Invece era lui. 

La prima cosa che fece in aereo (non sapeva neppure allacciarsi le cinture di sicurezza, altro che campagne di moda internazionali…) fu chiedere alla hostess una pizza e una birra. Praticamente non era mai salito su un aereo in vita sua. 

Durante il volo non si è fatto mancare nulla: dall’urlo «Che fig*taaaa» in fase di decollo all’ applauso durante l’atterraggio. Volevo sprofondare dalla vergogna. 

Poi la scusa per tornare a casa:

A quel punto, sicuro che non sarei sopravvissuto un intero weekend con un tipo del genere, mi sono inventato una chiamata e ho fatto morire anzitempo mia zia (era la terza o quarta volta, poveretta) costringendoci a tornare in Italia. Insomma, un San Valentino disastroso: oggi sorrido, ma a quei tempi mi ero fatto un film diverso sul mio “pensiero stupendo”.

 

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