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A Pomeriggio Cinque, le dichiarazioni shock della madre e della zia del bambino portato via dalla polizia – FOTO

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2012-10-11

Nel corso dell’appuntamento andato in onda ieri sera su RaiTre all’insegna della trasmissione condotta da Federica Sciarelli, Chi l’ha visto?, è stato trasmesso un video drammatico che quest’oggi ha prontamente fatto in giro della rete, nel quale protagonista è un ragazzino di appena 10 anni, prelevato in una scuola nel padovano dagli agenti della polizia …

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Nel corso dell’appuntamento andato in onda ieri sera su RaiTre all’insegna della trasmissione condotta da Federica Sciarelli, Chi l’ha visto?, è stato trasmesso un video drammatico che quest’oggi ha prontamente fatto in giro della rete, nel quale protagonista è un ragazzino di appena 10 anni, prelevato in una scuola nel padovano dagli agenti della polizia in esecuzione di un provvedimento di affidamento in via esclusiva al padre.

Le immagini, riprese con un cellulare dalla zia del ragazzino, che mentre veniva con forza portato via dalla polizia, trascinandolo per terra, inveiva contro gli agenti, hanno scosso non poco per la disumana violenza nei confronti di un bambino di appena 10 anni; il tutto è avvenuto davanti allo sguardo di altri suoi compagni di scuola. Nel corso della puntata odierna di Pomeriggio Cinque, la trasmissione quotidiana condotta nel pomeriggio di Canale 5 da Barbara D’Urso, la conduttrice ha ospitato in studio la madre del bambino, in compagnia della zia, la donna che ha ripreso il video shock.

Queste le parole della madre Ombretta, che ha subito raccontato perchè si è arrivati fino a questo punto:

Siamo arrivati a questo punto dopo anni di guerre giudiziarie in cui il padre del bambino ha sempre cercato di toglierlo da casa per il fatto che il bambino non lo voleva frequentare… Io sono riuscita a far avere al bambino un contatto col padre, mi sono messa in discussione, mi sono messa in gioco facendo capire al bambino che era giusto vedere suo padre… Lui non voleva stare da solo, non voleva seguirlo da solo a casa sua…

Tutte le informazioni fornite, come ha dichiarato la madre, sono già agli atti. Poi ha proseguito:

Il padre non si accontentava di questo, voleva di più, voleva che il bambino andasse a casa sua…

Il piccolo, da due giorni è chiuso in una casa famiglia. Motivo di tale decisione, è da rintracciare in una sorta di “malattia inesistente” diagnosticatagli, la Pas, nata dallo psichiatra statunitense Richard Gardner, non riconosciuta neppure dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders come malattia o sindrome. Secondo tale “teoria”, la Pas consiste, spiega la madre, in una specie di lavaggio del cervello da parte del genitore che porterebbe i figli ad avere una sorta di odio ingiustificato nei confronti dell’altro genitore. Questa Pas è entrata nei tribunali italiani ed è stato deciso che il bambino doveva essere allontanato dalla madre per subire un periodo di resettaggio per poi essere affidato al padre.

Anche la zia, Eleonora, è poi intervenuta raccontando quanto avvenuto quella mattina dello scorso mercoledì:

Sono intervenute 15 persone, fra operatori della questura in borghese, lo psichiatra, il padre, i servizi sociali. Il bambino era a scuola, io ero dentro l’auto con mio padre ed ho intravisto delle persone sul retro. Avevo riconosciuto lo psichiatra, mio padre è andato, ma non tornava. Allora ho preso la telecamera e ho iniziato a correre. Già in strada ho sentito mio nipote che urlava fortissimo, poi ho sentito le grida di mio padre trattenuto dai questori. Stavo correndo, sono arrivata dicendo quello che ho detto (nel video, ndB). Il bambino era già per terra; non era caduto in seguito ad un nostro intervento. Lo stavano trascinando sin dalla sua classe per finire sulla strada, sulla ghiaia. A tenere il bambino, il padre, lo psichiatra, il questore.

Ha poi proseguito la donna:

Dei bambini hanno riferito quanto detto dagli agenti: “O la fai con le buone maniere o con le cattive”. Poi il bambino ha iniziato a gridare, a chiedere aiuto e le madri si sono indignate perchè queste cose nelle scuole non devono accadere!

Nel corso della trasmissione, è giunto poi un comunicato affidato all’Ansa da parte del capo della Polizia che chiedeva scusa alla famiglia del bambino. In collegamento con Pomeriggio Cinque anche Alessandra Mussolini, Presidente della Commissione Parlamentare per l’infanzia che ha rivelato:

Il bambino è dentro questa casa famiglia e non è stato nominato il tutore. La Regione Veneto dice che non si deve parlare di questa vicenda. Si deve parlare! (la Pas, ndB) è una sindrome che non esiste, è solo un modo per toglierlo alla famiglia!

Infine, intervista anche al padre che ha invece dichiarato che il bambino sta bene ed è sereno, asserendo:

Mio figlio è stato allontanato per poterlo curare.

Da cosa? Da una malattia che non esiste?

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