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A.A.A. Cercasi malato terminale da mummificare in diretta, non è uno scherzo: è un reality

di Valeria Panzeri

Pubblicato il 2010-01-13

Channel 4 non si fa mancare proprio nulla: non paghi di aver creato un reality con protagonisti sei persone diversamente abili impegnate a sopravvivere su un’isola ora alzano, decisamente, la posta. E cosa c’è di più forte e morbosamente catalizzante quanto la morte? Se a ciò aggiungiamo i misteri del popolo egizio il mix letale …

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Channel 4 non si fa mancare proprio nulla: non paghi di aver creato un reality con protagonisti sei persone diversamente abili impegnate a sopravvivere su un’isola ora alzano, decisamente, la posta.

E cosa c’è di più forte e morbosamente catalizzante quanto la morte? Se a ciò aggiungiamo i misteri del popolo egizio il mix letale è servito.
I produttori di questo nuovo reality stanno cercando un malato terminale disposto a morire ripreso dalle telecamere e a farsi, successivamente, imbalsamare in diretta televisiva.

Per coinvolgere maggiormente il pubblico il protagonista, che non verrà retribuito, (eviterei la facile ironia che può derivare a seguito di questa precisazione dei produttori) si farà seguire dalle telecamere per qualche settimana antecedente la morte, garantendosi così anche l’affetto e, meramente, l’inevitabile pena degli spettatori.
Una volta deceduto il malato uno staff di studiosi procederà con la mummificazione.

Questa fase per molti, compreso il Daily Mirror, avrebbe un alto valore scientifico in quanto si tenterà di seguire, passo per passo, le modalità di mummificazione praticate dagli antichi egizi.
Esperimento già tentato su alcuni maiali, ora toccherebbe a un essere umano.
Il corpo, dopo essere stato trattato, verrà posto all’interno di un museo per tre anni.

Perché non prendere dei disoccupati, farli trainare dei massi giganteschi sotto il sole africano e vedere se si riesce anche a risolvere il mistero delle piramidi? Sempre empiricamente.

Ciò che urta maggiormente è questa patina pseudoscientifica attribuita a questo reality, abbiate il coraggio di fare quello che dovete senza nascondervi dietro alla scusa della “ricerca”.

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