logo

Senza il cuore muori – La violenza sulle donne vista con gli occhi di un teenager

di Redazione BlogTivvu.com

Pubblicato il 2024-02-21

“Senza il cuore muori”, lo ha detto un gruppo di ragazzi di undici, dodici, tredici e quattordici anni in una canzone che parla di violenza sulle donne. La verità delle cose. Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla. Dove …

article-post

Senza il cuore muori”, lo ha detto un gruppo di ragazzi di undici, dodici, tredici e quattordici anni in una canzone che parla di violenza sulle donne.

La verità delle cose.

Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla.

Dove – Una città di provincia del nord Italia.

Come – Attraverso un laboratorio di composizione di canzoni a tema liberamente scelto dai ragazzi.

Chi – Un gruppo di teenager, io e il mio collega musicoterapeuta e donne instancabili.

Quando – Autunno 2023.

Perché – Ve lo racconto tra poco.

Io scrivo libri e canzoni. Scrivo per me e per gli altri. Scrivo da sola e con gli altri.

Ho avuto la fortuna di incontrare delle donne cocciute, di quelle che vogliono cambiare il mondo granello dopo granello, che gestiscono un dopo scuola in un quartiere della mia città.

I loro granelli sono i bambini e i ragazzini, troppo grandi per essere bambini e troppo piccoli per essere giovani. Insomma, né carne, né pesce. Nei libri vengono chiamati “preadolescenti”, nel dialetto locale gnarèli”, nel mondo “teenager”.

Quando io e il mio collega musicoterapeuta abbiamo chiesto a questi ragazzi di cosa volessero parlare nella loro canzone, subito hanno detto: “della violenza sulle donne”. Sgrano gli occhi e mi dico:

Ne avranno parlato a scuola, visto il grande impatto mediatico degli ultimi eventi. La stampa: sembra che solo oggi le donne muoiano uccise da uomini che io personalmente non chiamo psicopatici, ma aguzzini. Poco importa dei più di 100 femminicidi, delle innumerevoli violenze e degli atti persecutori registrati ufficialmente solo in Italia nel 2023.

Ma non divaghiamo. I nostri teen avevano affrontato questo tema proprio insieme alle nostre “donne dei granelli”. Perché quando un fenomeno è così grande, bisogna fare capire ai giovani di cosa tutti stiano parlando, dare loro degli strumenti.

E scopro così la violenza sulle donne vista con gli occhi dei teenager.

Me la raccontano una lettera alla volta.

V sta per desiderio di vivere.

I sta per incoscienza della donna che non sa che “quello non è amore”.

O di orgoglio (del carnefice).

L di la la la, in fondo stiamo scrivendo una canzone e ci serve quello che in gergo musicale viene chiamato hook”, uncino.

Già che ci siamo mettiamo anche una Eeee”.

N di niente, che è ciò che resta.

Z sta per “zitto, o “zitta, dipende dal punto dalla prospettiva da cui osservi.

A è l’aiuto che bisogna saper chiedere o che urli con più punti esclamativi quando è troppo tardi.

Piano piano, nasce la loro canzone.

Lei ferita è prigioniera in un muro.
Niente da fare, rimani zitta.
Vai avanti.
Questo non è amore, è solo ossessione.

Allora cos’è l’amore?

È “la persona che ha illuminato il tuo cammino”. Dicono.

L’amore, quello vero, è fatto di amicizia, meraviglia, orgoglio di essere vicino alla persona amata. L’amore fatto di GRAZIE detti e di entusiasmo.

Scrivono che chi ti ama è chi ti dice:

Amore ti ringrazio che sei meraviglioso
Sono felice di stare con te.
I nostri cuori sono importanti.
E senza cuore muori.

Chi si sia sentito dire dal proprio compagno queste frasi, deve sentirsi fortunato.

Quanti di noi hanno sinceramente pronunciato queste parole? Quanti tra noi sono gli analfabeti affettivi, disabituati all’espressione di un sentimento incondizionato?

Questi bambini-ragazzi non sono extraterrestri e non sono primi della classe” o figli di papà. Sono persone vere a cui viene lasciato il tempo di pensare. Sono persone che sono state abituate a parlare tra loro, a condividere, a stare insieme e a riflettere. Sono persone che coltivano il loro sentire, giorno dopo giorno, e che lo sanno descrivere, scrivere e cantare quando viene data loro fiducia, tempo e spazio per farlo.

Io spero che siano loro ad abitare il futuro. In un mondo in cui per gli uomini non sarà normale spiare, seguire, insultare e per le donne non sarà normale pensare che il fischio di uno sconosciuto per strada sia un complimento.

Desidero che siano questi piccoli E.T., tra qualche decennio, a telefonare a casa dei loro amici per ascoltare i loro racconti emotivi, pronti ad accogliere qualsiasi espressione di genere, perché il genere non sarà più importante.

…avranno ben altro a cui pensare, un’eredità più urgente che gli stiamo lasciando, data dal cambiamento climatico.

Ma questa è un’altra storia.

Claudia Ferretti

#Unite è una campagna di scrittura a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla. QUI la pagina Instagram con tutti i contributi.

Potrebbe interessarti anche