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Qualcuno non ha studiato la storia in quel di Ballarò

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-01-20

Volano stupidaggini in quel di Ballarò. Ma anche affermazioni fin troppo serie, credetemi, e ce ne occuperemo tra breve. Infatti abbiamo potuto assistere a un sindacalista che non è dalla parte degli operai, a un condirettore di quotidiano che denigra e offende gli altri ospiti e dice fesserie riguardo Tangentopoli e un Sandro Bondi che …

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Volano stupidaggini in quel di Ballarò. Ma anche affermazioni fin troppo serie, credetemi, e ce ne occuperemo tra breve. Infatti abbiamo potuto assistere a un sindacalista che non è dalla parte degli operai, a un condirettore di quotidiano che denigra e offende gli altri ospiti e dice fesserie riguardo Tangentopoli e un Sandro Bondi che non lascia spazio alle opinioni altrui.

La puntata, visibile sul sito www.ballarò.rai.it, ha visto come ospiti il segretario del PD Pier Luigi Bersani, il ministro dei beni culturali Sandro Bondi, il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni, il segretario dell’ANM Luca Palamara, l’imprenditore Nerio Alessandri, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, il direttore del “Riformista” Antonio Polito, il condirettore del “Giornale” Alessandro Sallusti e Camilla Fabbri della CNA.

Si è discusso di come la politica, oggigiorno, si occupi sempre di giustizia, mentre il programma, e lo ringraziamo per questo, decide anche di indagare su quali dovrebbero essere i temi al centro della campagna elettorale per le regionali: tasse, salute, trasporti. Un grazie di cuore a tutti i giornalisti della trasmissione, agli operai e ai cameraman, per l’ottimo servizio televisivo che ci offrono ogni Martedì: un grazie davvero di cuore.

Ma passiamo ad analizzare il tema scottante e centrale della serata di ieri: Tangentopoli e Craxi. Per quanto riguarda Tangentopoli, è in atto un revisionismo assai discutibile nei confronti di questi fatti: in realtà questa operazione giudiziaria stroncò un modello di gestione dei fondi della politica che era criminale, frutto del capitalismo più scriteriato, selvaggio e osceno e purtroppo non riuscì a mandare in galera tutti i colpevoli dello scempio del sistema politico-economico italiano. E questi sono fatti, non parole o opinioni.

Vorrei infine concludere con un identikit del politico socialista simbolo dell’Italia per alcuni anni, non unico ma certamente colpevole tra quei politici che dissanguarono e dissanguano il nostro Paese. Dunque, ci atterremo ai fatti, per dissipare ogni dubbio riguardo l’operato di quest’uomo: Craxi Bettino, leader del Partito Socialista Italiano, colluso affaristicamente con la parte corrotta e mafiosa della Democrazia Cristiana, condannato definitivamente per corruzione (Eni-Sai) e finanziamento illecito (Metropolitana), dunque un uomo ritenuto colpevole secondo la legge italiana che, per non essere processato, è fuggito ad Hammamet un giorno prima che scadesse l’immunità parlamentare, dove è morto in latitanza, da latitante. Un uomo i cui fatti hanno dimostrato essere colpevole al cospetto dello Stato italiano da vivo e lo rimane, ancora, da morto.

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