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Quanto ha guadagnato Fedez a Belve? Spunta il presunto cachet ma arriva la smentita della società di produzione
Emanuela Longo 22/04/2024
Il compenso di Fedez a Belve: ecco quanto avrebbe guadagnato, la società di produzione smentisce
Fedez, per la sua presenza alla trasmissione Belve di Francesca Fagnani, avrebbe percepito un cachet di 70 mila euro. A stretto giro però sarebbe giunta la smentita da parte della società di produzione in merito al compenso. Qual è la verità sul cachet destinato al rapper?
Fedez ed il cachet a Belve
Quanto ha guadagnato realmente Fedez a Belve? Le indiscrezioni parlano di 70 mila euro ma ad intervenire è la stessa società di produzione di Belve che smentisce categoricamente e precisa: “Il compenso reale è molto lontano da quello indicato”.
Il tema compensi e cachet è caldissimo, soprattutto dopo il caso Scurati. A tal proposito il quotidiano La Stampa ha fatto il punto della situazione sui compensi degli opinionisti (da scrittori a influencer) in tv e, stando a quanto emerso, sarebbero stati destinati 70 mila euro per la partecipazione di Belve a Fedez. La società di produzione Fremantle però ha prontamente smentito.
In merito al costo delle ospitate in Rai, La Stampa precisa:
300 euro per un giornalista, 2-3 mila euro per scrittori ed esperti, ma quando si passa alle soubrette le cifre lievitano e si staccano anche assegni a cinque cifre.
A questo punto viene citato anche Fedez che, in merito all’ospitata a Belve, il programma di Rai2, si parla di un cachet di ben 70 mila euro “per far le confessioni del giovane Fedez, gioie e dolori della sua storia con la Ferragni”.
Ad intervenire è però l’ufficio stampa di Fremantle che ha subito smentito la notizia:
In merito alla notizia pubblicata oggi da La Stampa sul compenso di Fedez per la sua partecipazione a Belve, Fremantle smentisce la cifra riportata dal quotidiano. Per rispetto della privacy non è possibile rivelare il cachet realmente accordato, quello che possiamo dire è che il compenso reale è molto lontano da quello indicato da La Stampa.