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Tribuna Elettorale: la nuova imperdibile fiction Rai

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-02-23

Cari lettori, vi prego, non perdete le puntate di questa nuova fiction in onda da fine febbraio a fine marzo sulle tre reti Rai ad orari pressoché imprevedibili. I grandi scienziati che hanno dimora negli oscuri laboratori di Raifiction non sono rimasti di certo con le mani in mano: infatti, essendo tutti in preda ad …

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Cari lettori, vi prego, non perdete le puntate di questa nuova fiction in onda da fine febbraio a fine marzo sulle tre reti Rai ad orari pressoché imprevedibili. I grandi scienziati che hanno dimora negli oscuri laboratori di Raifiction non sono rimasti di certo con le mani in mano: infatti, essendo tutti in preda ad effetti derivanti da assunzione di Aulin scaduto, hanno partorito un’idea che è singolare, certo, ma sicuramente non plurale, tantomeno pluralista. In cosa consiste questa nuova fiction? Ambientata in un fosco studio televisivo della Rai arredato da alcuni maniaci dell’acciaio coordinati da Pingu, questa serie vede protagonisti un giornalista che cerca di fare alcune domande e alcuni politici che fanno di tutto per eluderle. Questi personaggi iniziano ad affacciarsi nello studio televisivo molto cauti, tranquilli perché naturalmente hanno deciso loro stessi preventivamente gli argomenti che si tratteranno. Sembrano i Visitors. Vi starete certo chiedendo quale sia il nome di questa sensazionale serie, giusto? Ebbene si, in onore ad un programma comico degli anni ottanta che vedeva protagonisti ad esempio Craxi, il sempreverde Andreotti e Ugo la Malfa, si chiamerà Tribuna Elettorale. I politici inizialmente si sono impauriti quando hanno sentito parlare di questa nuova idea perché pensavano che funzionasse come un Tribunale Elettorale. Poverini. Invece no, tutti tranquilli, tutti hanno applaudito quando hanno compreso che in pratica il tutto funzionava come una passerella di Giorgio Armani: stessa passività, stesso cattivo gusto.
Oggi, su RaiDue, all’incirca alle quattro del pomeriggio, ho assistito ad una delle prime puntate di questa nuova fiction: ecco una carrellata dei primi quattro protagonisti.
Catiuscia Marini: candidata dal nome inquietante alle Regionali dell’Umbria per il partito Democratico. Tra la vuota propaganda elettorale, dice agli umbri di valutare l’operato della giunta uscente, di cui faceva parte. Della serie: “Ho da fare, non posso dirvi i punti del programma, guardate quello che abbiamo già fatto e non rompete”. Intercambiabile con Fiammetta Modena.

Fiammetta Modena: candidata alla Regione Umbria in odore PDL (ecco cos’era l’odore che usciva dalla mia tv!). Con un nome così dovrebbe essere candidata in Emilia Romagna perché sarebbe più radicata al territorio. In ogni caso questa donna che sotto il tailleur ha calze e stivali da Dark Lady interrompe Ferrero, non lo fa parlare agendo con proverbiale educazione, non c’è che dire. Dice: “L’Umbria è sulla montagna, sta scavalcando da una parte per aprirsi a prospettive diverse”. Sarò scemo, ma non ho capito niente. Cosa vuol dire? Che un umbro per aprirsi a prospettive diverse deve buttarsi giù da un burrone? Inoltre costei afferma di “prendere indicazioni dalla CEU (Conferenza Episcopale Umbra)”, il che potrebbe inquietare non poco: questi Vescovi non hanno altro da fare? Benedire qualche bambino, non so. Dire qualcosa in difesa delle persone più povere, con al dito tre anelli di puro oro. Sono solo esempi.

Oliviero Diliberto: Segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani. Gli hanno dato una spazzolata per mandare via la polvere, due pennellate di vernice rossa perché era un po’ scolorito e lo hanno piazzato in questo studio televisivo. Erano anni che non lo rivedevamo. Parla soprattutto di operai, di lavoro, precariato e crisi, ma dice le cose che pensa, e cosa molto importante ci da una notizia. Si, vi parrà strano ma per una volta un politico ci ha dato una notizia: l’attuale governo ha speso la bellezza di 28.000 miliardi di vecchie lire per comprare trecento cacciabombardieri. Cosa cavolo se ne fa il governo di trecento cacciabombardieri? Siamo preoccupati, certo, ma almeno sappiamo dove il governo ha nascosto questi caccia: sotto la gonna del vestito della Clerici a Sanremo.

Paolo Ferrero: candidato alla Regione Campania per la Federazione della Sinistra, composta da Rifondazione Comunista, PDCI, Socialismo Duemila e probabile alleata di Sinistra e Libertà. Sventola in studio il simbolo del suo partito, un po’ come se non conoscessimo la falce e il martello, e parla di corruzione e politica criticando il governo Berlusconi che opera “un utilizzo delle grandi opere per la corruzione” e il candidato Pd De Luca perché “già indagato e condannato”. Parla un po’ come Robin Hood, prendere ai ricchi per dare ai poveri, e particolare molto importante, si gratta le unghie mentre parla il compagno Diliberto. Quest’uomo, insomma, un po’ mi inquieta: sarà perché non gli hanno dato una pennellata nuova di vernice rossa, ma a me non sembra per nulla rinato.

Che dire, cari amici, seguiremo con entusiasmo questa meravigliosa fiction preparata per noi nei seminterrati del Minculpop, fiction che andrà probabilmente a soppiantare quegli orrendi programmi faziosi come Annozero, Reporter e Ballarò. A proposito, lo sapete perché questi programmi sono faziosi? Perché fanno informazione.

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