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The Voice of Italy, Riccardo Cocciante: “Bisogna capire che cantare è un lavoro serio, spesso è l’impegno di una vita”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-03-06

Dopo avervi riportato le dichiarazioni di Raffaella Carrà, Noemi e Piero Pelù è il turno di Riccardo Cocciante. Il vocal coach di The Voice of Italy (in partenza domani su RaiDue), ha rilasciato un’intervista sulle pagine di Sorrisi e Canzoni TV e, visto che mancano davvero poche ore alla prima puntata dell’attesissimo talent show, abbiamo …

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Dopo avervi riportato le dichiarazioni di Raffaella Carrà, Noemi e Piero Pelù è il turno di Riccardo Cocciante. Il vocal coach di The Voice of Italy (in partenza domani su RaiDue), ha rilasciato un’intervista sulle pagine di Sorrisi e Canzoni TV e, visto che mancano davvero poche ore alla prima puntata dell’attesissimo talent show, abbiamo deciso di riportarvi le dichiarazioni di tutti e quattro i vocal coach. Cocciante esordisce subito spiegando la diversità di The Voice: “Un altro non avrei accettato di farlo. Questo, sì. Il fatto che si scelgano i cantanti giudicando solo la loro voce e non l’aspetto fisico lo rende rivoluzionario. E’ anche un grande messaggio per i ragazzi”.

Per quanto riguarda invece l’aspetto legato al tipo di ruolo che Cocciante ha all’interno della trasmissione, le sue idee sono chiare in quanto sarà un coach che amerà vedere arrivare i concorrenti acerbi per poi aiutarli a crescere: “Farmi scegliere da loro, e poi aiutarli pian piano a capire. Credo sia la parte migliore del programma”. Per quanto riguarda invece l’aspetto legato alla rivalità tra coach, in maniera del tutto onesta afferma: “Solo piccola, sana competizione”.

Domanda di rito anche per Cocciante in merito gli altri tre coach, e due aggettivi per poterli descrivere: “Pelù non me l’aspettavo così cortese e brillante; Raffaella molto attenta a tutto e genuina; Noemi curiosa, intelligente e stupita del fatto che alcuni possano sceglierla anche se è meno esperta”. Il cantante ha decisamente le idee chiare anche per quanto riguarda i limiti dei talent, legati a tutto il futile in più: “Bisogna capire e far capire che cantare è un lavoro serio, difficile. E spesso è l’impegno di una vita”.

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