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Sanremo 2010: vince “a sorpresa” Valerio Scanu tra fischi e proteste

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2010-02-21

Perché Sanremo è Sanremo… ma siamo proprio sicuri? Io personalmente, ho seguito le cinque serate con incredibile attenzione, il mio occhio critico insomma, sempre vigile era! (sì, sono siciliana!) Con sincerità, a me Antonella Clerici non è piaciuta. Brutti i vestiti, brutte la battute, e brutte le gaffe, anche quelle non programmate. L’unico campo in …

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Perché Sanremo è Sanremo… ma siamo proprio sicuri? Io personalmente, ho seguito le cinque serate con incredibile attenzione, il mio occhio critico insomma, sempre vigile era! (sì, sono siciliana!)

Con sincerità, a me Antonella Clerici non è piaciuta. Brutti i vestiti, brutte la battute, e brutte le gaffe, anche quelle non programmate. L’unico campo in cui la promuovo è quello della velocità. Tutto si può dire, tranne che sia stato un Festival lento. Fino a ieri.
La super finale ha saputo regalarci momenti di vero show, con tema centrale il ricordo di ciò che fu! Per carità, ricordare mostri sacri del mondo dello spettacolo, italiani e non ci sta tutto, ma dopo la prima citazione, mi assale dentro uno stato di depressione misto a “la vita passa e pure velocemente!”, che ansia, e come direbbe La Pina “dei neeeeerviiii!”.

Si ricorda Michael Jackson con i suoi ballerini, uno di loro lo racconta, ci racconta, e la Clerici si entusiasma! Poi si ricorda Mike Bongiorno, poi Alda Merini. Tanto di cappello, non fraintendetemi, ma anche il vivo pensiero che “i migliori sono già passati dalla parte opposta!”. Insomma, un Festival degno di una seduta psichiatrica di Gabriele Morelli.
Dopo il ricordo di ciò che fu, si passa al “ricordiamo cosa offriremo all’abbonato Rai e il suo posto in prima fila!” (ne avessi visto uno di abbonato, in prima fila ieri!). La reclame dentro la reclame insomma… nelle prime file troneggiano tale conduttore, tale conduttrice, tale attrice, tale giornalista, e tutti quanti si fanno pubblicità. Tutti quanti ci raccontano cosa faranno e cosa vedremo, giusto perché, metti caso che le edicole scioperino e il televideo s’impalli, noi c’abbiamo il loro promemoria, no? La gara, si presenta sempre nella stessa maniera, e le canzoni da premiare sono sempre le stesse, volete pure il mio di promemoria? Eccolo!

Noemi, Marco Mengoni, Simone Cristicchi, Arisa, Irene Grandi e Malika Ayane. Gli altri a casa, subito, di corsa. Ma invece no, a contendersi la vittoria, troviamo Marco Mengoni, Valerio Scanu e il trio composto da Pupo, Emanuele Filiberto e il povero Luca Canonici. L’orchestra del teatro, impazzisce! Volano in aria pezzi di carta, si stracciano spartiti, urlano, fischiano e dicono no. Le loro preferenze cozzano con la rosa dei tre fortunati.
Valerio Scanu, sale sul palco, da 50enne vissuto quale in realtà è! Perché io sono sicura, dentro di lui si nasconde un vecchio, saggio sardo che pensa di saperne a pacchi, quanto in realtà non sa proprio una cippa! La canzone non si schioda, non sale, non va avanti, non succede nulla dentro, se non copulare come ricci in ogni parte della terra (e dei laghi).

Marco Mengoni, vorrebbe gettarsi in pasto all’orchestra, per non uscirne mai più, e visibilmente imbarazzato, prima di cantare, si rivolge ai musicisti esclamando un sentito “Mi dispiace”. Eh no Marco, non è a te che deve dispiacere perdindirindina!

Il trio invece, non si scompone di una virgola, faccia tosta da farmi riproporre il kebab. Pupo si fa pubblicità da solo, Emanuele principe di sto… ringrazia il pubblico e Luca Canonici vuole morire, azzardando un “Viva l’opera!”. Dici? Se ti piaceva così tanto l’opera ci restavi (e non secco). Tra l’altro, dopo la rivolta copiosa degli orchestrali, ci vuole fegato da vendere e reni da farsi fregare nei paesi stranieri durante le vacanze. Il principe di questa grande… si fa i complimenti da solo, si ritiene felice di aver scritto una poesia per l’Italia, per la tanto cara Italia, nazione che per dovere di cronaca, fino ad un paio di anni fa, non lo voleva dentro neanche in cambio di un esilio immediato del simpatico Silvio Berlusconi.

Gaffe degna di nota, da parte della Clerici, che dopo aver fatto salire sul palco il terzetto afferma:

Mi dispiace solo che tra di voi non ci sia una donna!

Tutti fanno silenzio, pure io. In realtà, vedere sul palco l’insolito, quanto imbarazzante, patriottico, ruffiano trio mi provoca orticaria, mi provoca fastidio, mi provoca soprattutto tristezza. Un’Italia che resta ferma lì, che non si ricorda tra l’altro, che qualcosa di simile già c’era! Vogliamo dimenticarci per caso de “l’Italiano” di Toto Cutugno? Portata tra l’altro a Sanremo del 1983? Appunto, stiamo parlando di più di vent’anni fa, e stiamo parlando tra l’altro, di una canzone che esaminava in maniera veritiera l’Italia del tempo. A distanza di anni, mode, culture e innovazioni, siamo stati costretti, non solo a tornare indietro, ma a permettere il salto nel vuoto e nel passato ad uno come Emanuele Filiberto! Uno pseudo principe che non solo vuole fare lo show man, ma si crede pure bello! A me questa cosa manda al manicomio, con camicia di forza annessa featuring Simone Cristicchi.

Dopo l’esibizione dei tre, a “gran sorpresa” vince l’ottantenne Valerio Scanu, che per l’emozione e l’attesa del verdetto è pure invecchiato, ma non si scompone.

Maurizio Costanzo poco prima, era salito sul palco del Teatro, incredulo e confuso circa le polemiche dell’orchestra… oibò, ma chissà perché questi protestano vero? Maleducati! No, no ed ancora no. Intanto il baffo più famoso d’Italia è passato ufficialmente alla RAI, quindi adesso “Amici” cari, abbiamo il controllo totale del territorio, e ci penso, e mi accorgo che non sto giocando a Risiko. Però, come si dice a Roma, non giocherò a Risiko, ma sto rosicando come nessuno mai.

Intanto Irene Fornaciari si chiede perché il mondo piange.

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