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Barbara d’Urso minaccia azioni legali: comunicato dopo l’addio a Mediaset, ecco per quale motivo

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2023-07-08

Barbara d’Urso sbotta sui social e minaccia azioni legali nei confronti di Dagospia e contro coloro che hanno diffuso una sua foto privata accostandola al presunto motivo dell’allontanamento da Mediaset. Barbara d’Urso minaccia azioni legali: comunicato dopo l’addio a Mediaset Giuseppe Candela ha postato su Twitter una foto privata di Barbara d’Urso ad un compleanno …

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Barbara d’Urso sbotta sui social e minaccia azioni legali nei confronti di Dagospia e contro coloro che hanno diffuso una sua foto privata accostandola al presunto motivo dell’allontanamento da Mediaset.

Barbara d’Urso minaccia azioni legali

Barbara d’Urso minaccia azioni legali: comunicato dopo l’addio a Mediaset

Giuseppe Candela ha postato su Twitter una foto privata di Barbara d’Urso ad un compleanno insieme ad altri amici, scrivendo:

Facciamo chiarezza. Due settimane fa ha iniziato a circolare questa foto. Scattata al compleanno della giornalista Annalisa Venezia, amica della conduttrice. Immagine che in poco tempo è finita nelle chat di tanti addetti ai lavori, raggiungendo i piani alti di Cologno Monzese.

La foto “incriminata” mostra Barbara con le mani giunte insieme ad altri amici.

Secondo Candela, quindi, questo gesto potrebbe essere stato visto come una sorta di scherno nei confronti dell’azienda dopo la morte di Berlusconi.

Barbara d’Urso, con un lungo comunicato sui social, ha smentito categoricamente questa ipotesi minacciando azioni legali nei confronti di coloro che diffonderanno questa immagine privata:

Amiche mie e amici miei, avevo deciso di tacere e continuerò a farlo fino al momento opportuno. Ma ora mi vedo purtroppo costretta a una precisazione. Irragionevolmente, alcuni siti e non solo pubblicano da giorni una mia foto PRIVATA, dando questa foto un senso causale al comportamento lesivo nei miei confronti da parte dell’azienda per la quale lavoro. tutto parte da un frame estratto da un telegiornale nel quale io, in chiesa, ho le mani giunte durante l’ostensione del calice.

Un gesto che sento mio, che mi rappresenta, essendo io credente e libera di pregare come preferisco, che sia un funerale o qualunque altra funzione religiosa. Questo gesto diventa virale sui social e sere dopo, a una festa privata e con pochi amici, scattiamo questa foto autoironica, in riferimento a tutti i post che mi hanno presa giro. Era un modo per prendere in giro solo e soltanto me stessa, ovviamente senza intenti denigratori e offensivi verso un funerale, anche in nome della mia fede.

Questo era uno scatto strettamente privato, che non sarebbe assolutamente dovuto diventare pubblico, come dimostra la presenza vicino a me di una persona strettamente legata all’azienda per la quale lavoro, che non ha ovviamente alcun interesse a denigrare il funerale che si era svolto precedentemente. Nessuno l’ha mai autorizzato, è stato fatto col telefono di un amico che l’avrebbe dovuto girare solo a me ma cosi non è stato.

É fortemente ingannevole pensare che io stia dissacrando la memoria di una persona scomparsa e i suoi funerali, portando addirittura la gente a credere che la volontà di lasciarmi a casa senza preavviso sia collegata a questo episodio, che risulta essere completamente sconnesso. Non esiste alcuna causaleffetto, tanto che fino al giorno 26 giugno alle ore 14.30 al mio manager continuavano a parlare di contratto di due anni con prima serata.

Detto ciò i miei legali hanno già predisposto le opportune iniziative di tutela. Ricordo, infati, che pubblicare foto riguardanti il privato di una persona, che la stessa non abbia autorizzato, integra violazione degli artt. 10 del Codice Civile e degli articoli 96 e 97 della L. 633/41 (L.D.A.) oltreche della normativa sulla Privacy (Dlgs 101/2018), rendendo responsabili sia l’autore della prima diffusione, che coloro che hanno continuato a diffonderla e mantenerla pubblicata essendo già stati destinatari di diffide da parte dei miei legali, che ne hanno avuto conoscenza, anche indiretta, o che ne stanno venendo a conoscenza ora.

Infatti, lo strumentale accostamento tra la foto pubblica che mi ritrae in occasione di una funzione religiosa in atteggiamento di preghiera e quella che mi ritrae in situazione privata, è lesiva del mio onore e reputazione.

Le comunicazioni in cui è avvenuto tale accostamento strumentale, con conseguenti affermazioni false che hanno voluto attribuire a tale foto la motivazione della unilaterale decisione di Mediaset di interrompere la mia conduzione di Pomeriggio Cinque, sono già state contestate dai miei legali come diffamatorie, al fine dell’avvio di conseguenti azioni in sede penale e civile e al Garante della Privacy, onde ottenere della idonea punizione e il risarcimento dei danni. I giornalisti responsabili saranno anche oggetto di segnalazione all’Ordine professionale, per violazione del Codice Deontologico.

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