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Valerio Mastandrea ospite da Fazio: grazie Costanzo! Lo dico io

di Valeria Panzeri

Pubblicato il 2009-11-23

Valerio Mastrandrea: curiosa creatura quest’uomo, che più si comporta come la persona più normale di questo mondo e più si percepisce quella marcia in più che lo contraddistingue. Inizia in uno dei modi più bislacchi in cui un attore possa cominciare ovvero nel salotto di Maurizio Costanzo a soli diciannove anni. Qual è la peculiarità …

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Valerio Mastrandrea: curiosa creatura quest’uomo, che più si comporta come la persona più normale di questo mondo e più si percepisce quella marcia in più che lo contraddistingue.
Inizia in uno dei modi più bislacchi in cui un attore possa cominciare ovvero nel salotto di Maurizio Costanzo a soli diciannove anni. Qual è la peculiarità della situazione? Valerio non fa l’attore o il cabarettista in quella sede bensì parla di sé. E si prende, con rassegnata accettazione, l’etichetta di quello che viene dalla Garbatella e va da Costanzo.

Con questi presupposti ci voleva un talento mica da ridere per arrivare ad essere una presenza fissa alla Mostra del cinema di Venezia da un sacco di anni a questa parte. Valerio Mastandrea fa parte della categoria di quelli che ce l’hanno fatta perché sono bravi. Capisco che spesso faccia più comodo pensare “quello è lì perché è amico di…è nipote di…”. Io non conosco l’albero genealogico del signor Mastandrea ma conosco a menadito il suo percorso artistico e affermo che non ti serve una raccomandazione quando sei un fuoriclasse.
Un fuoriclasse fuori dagli schemi però. Attore di altissima professionalità che non gioca a fare il radical chic… anzi fa il video del Piotta. Perché la celebre “Sarà sto buco dell’azoto” recitata in Supercafone non toglie niente al resto. Di solito il grande attore si dosa, si centellina, al contrario Mastandrea lavora come un dannato e, oltre a recitare in tantissimi film, disparati fra loro, fa teatro (e non ha fatto solo Rugantino con la Ferilli, basti pensare all’immensa prova di talento con il recente monologo Migliore) e, soprattutto, fa anche la televisione: Assolo, Nessundorma a fianco della Cortellesi (altro cavallo di razza) offrendo contributi artistici in svariate trasmissioni, quasi sempre in Rai o su La7 però; perché da uno che dichiara di non avere la vasca da bagno per scelta politica non ci si può aspettare un ingresso trionfale a Mediaset.

Valerio che dice che la postazione più congeniale per lui è quella del secondo arrivato… perché sul primo ci sono troppe aspettative.

Ieri sera, nello studio di Che tempo che fa, in occasione della presentazione dell’ultimo film al quale ha preso parte ovvero Good morning Aman, traspariva, come sempre, quel suo modo di raccontarsi come un lavoratore appassionato e non come un artista.

Diffidate da chi se la canta e se la suona, da chi si mette da solo la corona d’alloro autoproclamandosi artista. Napoleone ha fatto la fine del sorcio. Così il signor Mastandrea, dopo aver svolto il suo lavoro di promozione, se ne torna in treno a Roma.
Ed io ringrazio la televisione, anche se non va affatto di moda fare questa cosa perché quelli chic e acculturati la classificano alla medesima stregua del demonio, in quanto è servita da trampolino a gente come Valerio Mastandrea.
Gente di Roma, giusto per restare in tema. Ringrazio inoltre perché mi ero segnata da qualche parte l’uscita di questo film ma mi sfuggiva il titolo: la scatoletta magica mi ha ricordato di andare al cinema, in qualche sala semisconosciuta che rischia di chiudere tra il primo e il secondo tempo per mancanza di denaro, ma questo, purtroppo, è un altro problema.

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