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Rti ricorre contro la multa di 130mila euro inflittale dall’Antitrust

di Simone Morano

Pubblicato il 2011-03-10

Rti, controllata di Mediaset, in un ricorso depositato al Tar del Lazio ha chiesto l’annullamento della multa di 130mila euro che l’Antitrust le ha inflitto sulla base di pratiche commerciali non corrette riguardo ai pacchetti Cinema che sono stati lanciati nell’autunno del 2009. Rti, in particolare, ha impugnato il provvedimento con il quale lo scorso …

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Mediaset Premium

Rti, controllata di Mediaset, in un ricorso depositato al Tar del Lazio ha chiesto l’annullamento della multa di 130mila euro che l’Antitrust le ha inflitto sulla base di pratiche commerciali non corrette riguardo ai pacchetti Cinema che sono stati lanciati nell’autunno del 2009. Rti, in particolare, ha impugnato il provvedimento con il quale lo scorso 6 settembre l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato le ha inflitto la multa, considerando che

le comunicazioni inviate ai propri abbonati in riferimento al lancio dei canali Cinema Emotion e Cinema Energy fossero contrarie alla diligenza professionale e idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in relazione alle modalità di adesione all’offerta.

In particolare, l’Antitrust ritiene che Mediaset Premium abbia costretto gli abbonati più vecchi a scegliere tra la rescissione del contratto e un aumento del costo mensile di 4 euro, dopo avere inizialmente firmato per il pacchetto Gallery senza alcuna integrazione.

Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in sintesi, la modalità attraverso la quale Mediaset ha comunicato la variazione delle condizioni dell’offerta

non ha messo in condizione i consumatori di acquisire un’informazione completa della variazione contrattuale subita, finendo per trovarsi vincolati inconsapevolmente alle nuove condizioni contrattuali, tramite un meccanismo di silenzio-assenso che, di fatto e considerate le circostanze, ha reso ancora più grave la scorrettezza del comportamento posto in essere da Rti.

I consumatori, cioè, sarebbero stati persuasi a pensare di avere a che fare con una semplice pubblicità, e non con una variazione concreta come è avvenuto.

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