Le iene

Le Iene e il servizio shock per curare l’omosessualità – VIDEO

Valentina Gambino 11/02/2013

Oltre al servizio di Anna Oxa e altri più o meno interessanti e di rottura, ieri sera, durante Le Iene, è andato in onda un servizio davvero sconvolgente di Matteo Viviani. La iena in breve, prima di mostrarcelo ci racconta che esistono dei luoghi dove si è convinti di poter curare l’omosessualità, quindi la iena […]

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Oltre al servizio di Anna Oxa e altri più o meno interessanti e di rottura, ieri sera, durante Le Iene, è andato in onda un servizio davvero sconvolgente di Matteo Viviani. La iena in breve, prima di mostrarcelo ci racconta che esistono dei luoghi dove si è convinti di poter curare l’omosessualità, quindi la iena li chiama e parlando con uno di loro scopre che sono una comunità cattolica organizzata per dare una mano a chi chiede il loro aiuto. Con l’aiuto di Fabio, un loro complice gay veniamo catapultati in un convento francescano. Fabio, una volta raggiunta la sua stanza incontra altri ragazzi omosessuali. I giovani sembrano davvero confusi e spaesati, fino a quando il complice, con la sua telecamera nascosta raggiunge la stanza per partecipare al seminario che ha come unico scopo quello di “curarli”. Ad aprire le danze c’è Luca (ma è quello di Povia?) che pronuncia una miriade di frasi insensate, il suo intento, in sintesi è “colpire” tutte quelle persone facilmente manovrabili, tramite il senso di colpa, per la serie: “E’ peccato, Dio non sarebbe d’accordo”.

Preghiere, momenti di raccoglimento, lavaggi del cervello: “Dall’omosessualità si può uscire!”, “Noi davanti al Santissimo, guariamo”, “Come sono tornato io eterosessuale, se è il progetto di Dio ci tornerete anche voi!”, “Secondo noi, tu non sei omosessuale! Tu sei una persona con disagio di omosessualità”, e la terapia di Joseph Nicolosi che, per “funzionare” deve essere accompagnata da un profondo cammino di fede. La prima parte di questo agghiacciante corso consiste nel ripercorrere il passato, per scavare in fondo e trovare la ferita che ha dato il via all’omosessualità, dal rapporto con i genitori (specie quello con la madre), fino al perdono che spesso viene vissuto in maniera molto intensa. Per il gruppo nessuno nasce omosessuale e il demonio fa la sua parte in maniera massiccia. I ragazzi in camera con Fabio comunque, continuano ad avere grossi dubbi e uno di loro per ben tre volte ha tentato il suicidio.

Perdonare chi ha ferito è un altro passo verso la loro “malata guarigione”. In che modo? Una persona si siede (chi deve essere perdonato) e l’altra in ginocchio (chi deve perdonare) davanti a lei dovrà lavare i piedi all’altro, gesto che simboleggia fortemente l’amore di Dio. Dopo abbracci in silenzio, pianti disperati e urla di dolore si mette fine a questa atrocità davvero da denuncia immediata. Quasi verso la fine del servizio, Fabio chiede ad un ragazzo che frequenta il posto da sette anni com’è adesso il suo rapporto con le donne: “Le donne mi cominciano ad attrarre anche in una maniera abbastanza importante”. Rabbia, orrore, raccapriccio, questi sono i sentimenti che invadono la mia mente pensando che, da sette anni questa persona sta reprimendo la propria natura facendosi una violenza interiore ai limiti del normale.

In conclusione, per intraprendere il cammino, le regole sono poche, ma precise: “Pregare, obbedire alla parola del Signore, fidarsi del Signore, avere timore di Dio, accostarsi ai sacramenti, confrontarsi con un direttore spirituale, perdonare, farsi abbracciare da Gesù”. Le altre regole che propongono sono assolutamente folli, malate e devianti. Innanzitutto i ragazzi dovrebbero interrompere ogni amicizia con donne, in quanto, non solo non vanno bene per il percorso verso la guarigione, ma devono essere usate solo come vergognosi oggetti sessuali per aumentare il desiderio. Tra i raccapriccianti consigli anche quello di abbandonare gli amici di sempre esclamando: “Tutto ciò che ci piace dobbiamo eliminarlo” in quanto, è molto difficile poter cambiare frequentando le stesse persone.

In ultimo, il ragazzo confuso in camera con Fabio, si confida nuovamente con lui, e gli confessa di non aver trovato delle basi forti per poter intraprendere questo cammino, ma che anzi, impiegherà tutte le sue forze per il cammino opposto (e sano) dell’accettazione.

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