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Crolla il Tg1: colpa di Minzolini

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-09-20

Il Tg1 non può andare più a fondo di così, anzi si: perché sta perdendo un valore commerciale di 120 mila euro, secondo la Sipra, agenzia che si occupa delle valutazioni della pubblicità nelle varie fasce orarie. Il TG delle venti infatti è preceduto da un minuto di pubblicità, del valore di 120mila euro, e …

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Il Tg1 non può andare più a fondo di così, anzi si: perché sta perdendo un valore commerciale di 120 mila euro, secondo la Sipra, agenzia che si occupa delle valutazioni della pubblicità nelle varie fasce orarie. Il TG delle venti infatti è preceduto da un minuto di pubblicità, del valore di 120mila euro, e seguito da altri cinque minuti di pubblicità del valore di 1,06 milioni di euro: in totale il TG1 ha un giro di affari che ammonta a 1,26 milioni di euro. Questo spazio pubblicitario viene venduto dalla Sipra agli inserzionisti, in base allo share del programma accostato. Il TG di Minzolini ha perso nell’ultimo mese 1,2 milioni di spettatori, ossia il 5,8% di share, passando dal 29,4% al 23,6% di share. La Sipra, quando a settembre dell’anno prossimo dovrà vendere gli spazi pubblicitari del TG1, dovrà svalutarli di 30mila euro per ogni punto di share perso: dunque all’oggi il TG dell’ammiraglia Rai ha già perso 12mila euro di valore commerciale. Come spiega anche Francesco Silitato

Il TG1 sera occupa una posizione strategica nel palinsesto Rai, la sua caduta può avere effetti rilevanti sulla prima serata e questo può causare un buco di decine di milioni di euro per il bilancio di viale Mazzini.

Il TG1 è ormai in caduta libera. Ma come è possibile che il telegiornale più seguito d’Italia perda così tanti punti di share in così poco tempo? Naturalmente grazie all’operato geniale del direttorissimo Augusto Minzolini: sotto il suo regno, approvato dal Basso Imperatore delle Due Italie, la magia è entrata a far parte delle prerogative dei giornalisti. Sotto il suo regno la prescrizione del reato di Mills, corrotto dai berluscones, è divenuta magicamente assoluzione, per non parlare delle notizie date a metà o dei deliranti editoriali dell’Augusto direttore. Insomma, tutta roba da basso impero.

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