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Spese folli con la carta di credito aziendale e pubblicità occulta: il direttore del Tg1 Augusto Minzolini nei guai

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-12-09

Le spese effettuate con la carta di credito aziendale potrebbero costare ad Augusto Minzolini addirittura il licenziamento. La questione approderà sul tavolo del consiglio d’amministrazione Rai il prossimo 15 dicembre, per iniziativa del consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo, che per il direttore del telegiornale di Raiuno ha richiesto sanzioni pesanti: l’apertura di una indagine …

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Augusto Minzolini

Le spese effettuate con la carta di credito aziendale potrebbero costare ad Augusto Minzolini addirittura il licenziamento.

La questione approderà sul tavolo del consiglio d’amministrazione Rai il prossimo 15 dicembre, per iniziativa del consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo, che per il direttore del telegiornale di Raiuno ha richiesto sanzioni pesanti: l’apertura di una indagine interna, che potrebbe voler dire anche licenziamento.

Da dire che, oltre alle spese folli (più di 86mila euro in 14 mesi, superando – e di molto – i 60mila euro di spese effettuate nel 2010 dai direttori di prima fascia dell’azienda, cioè i più alti in grado), Minzolini dovrà difendersi anche dalle accuse di pubblicità occulta a causa di diversi servizi su Msc Crociere e Royal Carribean. Rizzo Nervo ha raccolto tutte le informazioni in un corposo dossier, per farlo valutare dagli altri consiglieri.

La difesa di Minzolini, per ora, è consistita nella querela al Fatto Quotidiano, che aveva reso nota la vicenda riguardante la pubblicità occulta. Secondo il direttore del Tg1, il quotidiano avrebbe messo in pratica “una campagna di stampa persecutoria, con la pubblicazione di notizie contrarie alla verità e gravemente lesive del mio onore, della mia dignità e della mia professionalità”.

A viale Mazzini, il presidente della Rai Paolo Garimberti vuole vederci chiaro sulla questione, e ha sottolineato di aspettarsi “risultati cristallini” dall’inchiesta che eventualmente verrà messa in pratica. “Su questa vicenda – ha spiegato – deve essere fatta chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio. Non è tollerabile nemmeno l’ombra del sospetto quando si parla di servizio pubblico”.

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