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L’idea di associare il canone alla bolletta della luce piace a pochi

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-12-02

Sta trovando un’opposizione più resistente del previsto la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani di associare il pagamento del canone Rai alla bolletta della luce. Tra gli avversari, molti si trovano all’interno della stessa maggioranza. Spiega, infatti, Alessandro Montagnoli, vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera: La Lega è assolutamente contraria. Il ministro dovrebbe, …

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L'idea di associare il canone alla bolletta della luce ha trovato più avversari del previsto

Sta trovando un’opposizione più resistente del previsto la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani di associare il pagamento del canone Rai alla bolletta della luce. Tra gli avversari, molti si trovano all’interno della stessa maggioranza.

Spiega, infatti, Alessandro Montagnoli, vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera:

La Lega è assolutamente contraria. Il ministro dovrebbe, invece, concentrarsi a controllare i bilanci dell’azienda e porre fine ai mille sprechi e disservizi, visto che da tempo la Rai non fa servizio pubblico (e tanti talk show pseudo-politici lo dimostrano). Per non parlare del fatto che la tv di Stato per alcuni giorni ha oscurato l’alluvione in Veneto. Se davvero si vuole azzerare l’evasione, sarebbe opportuno andare a stanarla in quella parte del Paese dove c’è l’abitudine a non pagare (ogni riferimento alla Calabria e alla Sicilia non è puramente casuale, ndr).

Sulla stessa scia si inserisce Piergiorgio Stiffoni, senatore del Carroccio.

La proposta di Romani non è accettabile perché fregare tutti gli italiani così subdolamente è veramente vergognoso.

Mentre Francesco Nucara, segretario del Pri, parla di proposta “quantomeno singolare, ai limiti della costituzionalità, in cui l’accusa non ha più il dovere di dimostrare che se il colpevole”, Benedetto della Vedova, vicecapogruppo alla Camera di Futuro e libertà, sottolinea che la proposta “rappresenterebbe un aumento surrettiio di pressione fiscale, perché colpirebbe inevitabilmente chi non ha un apparecchio televisivo in casa, in negozio o in ufficio”.

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