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Il Diario di Sara Lorenzini: lo sguardo semiserio di una redattrice a progetto

di Simona Cocola

Pubblicato il 2010-11-15

Un po’ Sophie Kinsella – pseudonimo di Madeline Wickham, la narratrice del romanzo I love shopping – nel modo di scrivere ironico, Sara Lorenzini, laureata in Scienze della Comunicazione, non ha ancora 30 anni, ma ha già pubblicato per Mondatori Diario semiserio di una redattrice a progetto. “Ho scelto di ambientare questa storia in un …

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Un po’ Sophie Kinsella – pseudonimo di Madeline Wickham, la narratrice del romanzo I love shopping – nel modo di scrivere ironico, Sara Lorenzini, laureata in Scienze della Comunicazione, non ha ancora 30 anni, ma ha già pubblicato per Mondatori Diario semiserio di una redattrice a progetto. “Ho scelto di ambientare questa storia in un contesto, quello del favoloso mondo della televisione, che ho potuto conoscere bene lavorando dietro le quinte, per raccontare la condizione degli operai dello spettacolo, non di certo dei privilegiati, ma giovani professionisti spesso a progetto e senza certezze per il futuro. La redazione di un talk show, come A cuore Aperto, quello in cui lavora Emma – la protagonista del romanzo – insieme a un bizzarro team di autori e a Vera Argenti, la conduttrice spietata, è molto più simile a un call center che a un ufficio patinato. E il mestiere del redattore, che si impara solo sul campo, è fatto di trucchi, tecniche e abilità riconosciute,  che hanno poco a che fare con la creatività” ammette l’autrice romana.

Guarda poca televisione Sara, selezionando, come spiega, i programmi che meritano “con quel meraviglioso strumento democratico che è il telecomando”. Lei, che di tv se ne intende, preferisce leggere giornali e approfondire le notizie su Internet.

All’interno del palinsesto televisivo italiano esiste al momento un programma che trovi interessante e per cui vorresti lavorare?

Credo che, al contrario di quello che si dice generalizzando, ci siano molti programmi intelligenti. La televisione, non solo quella generalista ovviamente, ma anche quella satellitare, offre una varietà vastissima di contenuti. Basta saperli scegliere. Tra i programmi che mi piacciono e per cui sarebbe molto bello lavorare come non citare il bellissimo Vieni via con me? E poi penso a Le invasioni barbariche, Tv Talk, Report, Niente di personale e, confesso, Chi l’ha visto e Sanremo!

Cosa ha rappresentato per te lavorare nelle redazioni di programmi televisivi e fiction?

Un sogno che si è avverato. Ho sempre pensato di volerlo fare, mentre studiavo. Quando ci sono riuscita, mi sono sentita una ragazza molto fortunata! Ma non è sempre detto che i desideri realizzati non riservino delle delusioni. Anzi, spesso succede, soprattutto se le aspettative sono molto alte. Oggi direi che è stata un’importante e bellissima esperienza professionale e di vita. Non è un caso se alcuni dei miei più grandi amici li ho incontrati proprio nelle redazioni dei programmi in cui ho lavorato. È facile riconoscersi quando si hanno le stesse speranze, la stessa voglia di riuscire e la stima reciproca.

In questo momento di cosa ti occupi?

Lavoro come editor nella redazione di riviste per bambine e adolescenti. In particolare lavoro per il magazine ufficiale de Il mondo di Patty, per un mensile molto amato dalle nostre piccole lettrici Pop’s e scrivo per lo storico Cioè. È un’esperienza molto divertente e interessante, anche da un punto di vista della scrittura. Non è facile riuscire a catturare l’attenzione e a farsi leggere da un pubblico di giovanissimi.

Parlando del tuo romanzo, la storia che racconti è reale o verosimile?

La storia di Emma, giovane redattrice televisiva che lavora per un talk show in cui si raccontano storie vere e si fa la cosiddetta tv del dolore, è una storia di fantasia, che nasce dalla mia reale esperienza professionale all’interno di redazioni di diversi programmi tv e che offre spunti di identificazione alle giovani lettrici che, al di là del contesto lavorativo, ritroveranno emozioni e dinamiche comuni a molte. In Diario semiserio di una redattrice a progetto il precariato professionale che vive Emma si riflette anche nella sua vita sentimentale, pericolosamente in bilico tra un fidanzato sbagliato e un uomo più grande di cui è innamorata. Per fortuna Emma non è sola, ha le sue colleghe amiche con le quali condivide pranzetti a mensa, vestiti e chiacchiere al femminile.

Quando e come hai iniziato la tua carriera di scrittrice?

La pubblicazione di Diario semiserio di una redattrice a progetto mi ha definito una scrittrice esordiente in modo pubblico e ufficiale. Ma io ho sempre scritto racconti brevi e poesie. Alcuni pubblicati su riviste letterarie, altri con cui ho vinto piccoli concorsi. Sin da piccola per me la scrittura è sempre stata un rifugio, uno spazio solo mio, dove giocare con le parole e inventare personaggi. Aspettavo una storia per mettermi a lavorare a un romanzo, e la vita mi ha regalato Emma.

Pensi di scrivere un altro libro? In tal caso che argomento ti piacerebbe approfondire?

Sto lavorando a un altro romanzo, ma questa volta non sarà ambientato nel mondo della televisione. Continuerò però a esplorare l’universo femminile, in particolare quello delle trentenni di oggi, con uno sguardo ironico e attento.

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