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Sanremo 2013, i voti alle canzoni che passano il turno: Marco Mengoni supera Chiara Galiazzo

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-02-13

Ieri sera è andata in onda la prima puntata del Festival di Sanremo, la kermesse musicale condotta da Fabio Fazio con la partecipazione di Luciana Littizzetto. Diciamo pure “buona la prima”, giusto perché siamo buoni anche noi e non vogliamo infierire.  Tra i 7 Campioni che si sono esibiti, potrebbe nascondersi addirittura il vincitore (oppure …

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Ieri sera è andata in onda la prima puntata del Festival di Sanremo, la kermesse musicale condotta da Fabio Fazio con la partecipazione di Luciana Littizzetto. Diciamo pure “buona la prima”, giusto perché siamo buoni anche noi e non vogliamo infierire.  Tra i 7 Campioni che si sono esibiti, potrebbe nascondersi addirittura il vincitore (oppure la vincitrice) di questa 63esima edizione. Il pubblico tiepido come una minestrina riscaldata si è inalberato quando ha fatto il suo ingresso Maurizio Crozza che, impanicato come non mai voleva fuggire dietro le quinte per non tornare mai più. Una volta fatti fuori i contestatori (metaforicamente parlando ovviamente) il Festival ha proseguito per la sua strada. Svoltando a destra? No, a sinistra.

Il primo ad esibirsi ieri è stato Marco Mengoni, il più giovane della sua categoria (infatti, non ci si crede ma il buon Mengoni ha appena 24 anni), mentre a chiudere la kermesse e la prima puntata del Festival ci ha pensato Chiara Galiazzo, emozionata, e poco adrenalinica rispetto al solito, ma, del resto, dopo aver aspettato millemila anni dietro le quinte c’era pure da aspettarselo, povera. La prima è andata, anche se, senza polemiche o altro, Che tempo che fa e Ballarò vanno già in onda, ed a scrivervi è una di sinistra, quindi pensate un po’. A seguire tutti i video delle canzoni che hanno passato il turno, con rispettivo commento e voto, diteci anche la vostra, buona lettura!

Marco Mengoni, di blu vestito, elegante e con i basettoni ha cantato L’essenziale, pezzo scritto a due mani da lui e Roberto Casalino. La solita presenza scenica bella e diretta, ma con quella faccia del resto… A parte il tic convulsivo all’occhio, ma l’emozione fa anche questi scherzi. L’essenziale arriva delicatamente, anche se non subito, ma arriva e sicuramente merita più di un ascolto. “Mentre il mondo cade a pezzi, io compongo nuovi spazi…” chi è che ha scritto che la canzone è triste? E’ un inno all’ottimismo, una canzone d’amore essenziale, leggetevi i testi please!

VOTO: 8

 

Raphael Gualazzi al pianoforte è davvero un mostro, però il genere è sempre lo stesso. Quindi non credo possa avere mezze misure, o piace oppure no. Lui appare oltre che silenzioso di una timidezza imbarazzante, che mi chiedo davvero come faccia a salire su quel palcoscenico ogni volta. La canzone che passa il turno è Sai (ci basta un sogno), quasi sussurrata, ed ho fatto a volte fatica a capire le parole, ma poi sale e lui sembra fare uno sforzo disumano. Per chi ama questo genere di musica il pezzo spacca, per chi non lo ama invece…

VOTO: 5 1/2 (anche se verso la fine raggiunge la sufficienza)

Daniele Silvestri, in giacca e cravatta, elegante e bello come il sole si presenta seduto al pianoforte e, A bocca chiusa passa il turno mentre alle spalle del cantante c’è Renato Vicini interprete del linguaggio italiano dei segni. La canzone parte in romanesco, ed è sicuramente un pezzo che ci crede, ci crede Daniele e ci crediamo anche noi: “…e senza scudi per proteggermi, ne’ armi per difendermi, ne’ caschi per nascondermi o santi a cui rivolgermi, ho solo questa lingua in bocca e se mi tagli pure questa io non mi fermo, scusa, canto pure a bocca chiusa. Guarda quanta gente c’è che sa rispondere dopo di me, a bocca chiusa”. Il pezzo è bellissimo, rivoluzionario e innovativo, stile Silvestri, ed anche in questo caso, può piacere oppure no, io voto per la prima.

VOTO: 8+

Simona Molinari e Peter Cincotti per me sono un enigma, ovvero, non capisco cosa ci faccia la Molinari nella categoria Campioni e per esempio Il Cile, nella categoria Giovani. Ma va bene, evidentemente alla Molinari sfugge che Arisa esiste già, ed anche da un bel po’ di anni ormai, ed è anche più brava oltre che più simpatica. Molto bravo Peter al pianoforte, lei, a parte il vestitino, ha una buona presenza scenica, il pezzo non è brutto, devo essere onesta, ma…

VOTO: 6

Marta sui tubi, sono chiaramente un gruppo alternativo e di nicchia. Gruppo che il palcoscenico del Teatro Ariston potrebbe non comprendere fino in fondo, ma non è nemmeno colpa sua. Vorrei, la canzone che passa il turno è un pezzo forte, che arriva più che come un pugno, come uno spintone, in mezzo la folla. Ovviamente ci saranno i finti alternativi che li premieranno per partito preso, quello che urleranno: “Mi piace” a grande voce e, prima di ieri non avevamo MAI sentito un pezzo del gruppo, la cosa appare solamente ridicola e forse, non occorrono altre parole se non: “Chiedo perdono alla pastorizia perché con la mia condotta ho umiliato la reputazione della pecora nera…”

VOTO: 6+

Maria Nazionale il suo lo sa sicuramente fare, per carità. Adesso c’è da capire se questo suo esser Nazional(e) popolare può raggiungere tutti i tipi di pubblico. Dieci comunque al vestito fucsia monospalla, all’espressione sofferta e al davanzale simpaticamente abbondante. E’ colpa mia è quasi interamente in dialetto napoletano. Lei s’impegna davvero come se non ci fosse un domani, se è colpa tua non lo sappiamo Maria, ma…

VOTO: 4

 

Chiara Galiazzo ieri sera ha passato il turno con Il futuro che sarà, scritto da Francesco Bianconi, leader dei Baustelle. La ragazza, emozionatissima e sicuramente stanca ha comunque interpretato bene il pezzo che si apre: con “Credo negli angeli ma frequento l’inferno”, detto da lei, con quel faccino spaurito che ancora non ci crede non pare vero, ma il pezzo convince, non del tutto però. Ha molto potenziale, ma non azzarderei la vittoria, ma forse, al momento ci siamo vicini, anche se: “Fare l’amore ci fa sentire moderni” che vorrà dire?

VOTO: 7

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