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Raoul Bova, c’è un “sistema progettato per distruggerlo”: c’è un nome e un cognome, il retroscena
Filippo 07/08/2025
Un sistema per distruggere Raoul Bova? Chi ci sarebbe dietro
Raoul Bova, un sistema per distruggerlo? Il nome e il cognome che sta dietro.
Il caso Raoul Bova: una rete di minacce, ricatti e messaggi minatori, il “sistema per distruggerlo”
La vicenda che ha coinvolto Raoul Bova sta facendo parlare molto, suscitando attenzione e curiosità sia da parte dei media che del pubblico. Da qualche settimana, gli audio privati dell’attore sono diventati virali, generando un vero e proprio polverone mediatico. Seppur l’attenzione si sia concentrata su Martina Ceretti e Federico Monzino, due dei principali protagonisti del caso, Gabriele Parpiglia, noto giornalista, ha voluto svelare un lato ben più complesso e oscuro della vicenda. Secondo Parpiglia, dietro il clamore mediatico ci sarebbe un vero e proprio “sistema progettato per distruggere Raoul Bova”. E non solo: il nome di chi avrebbe orchestrato il tutto è stato finalmente reso pubblico.
Un piano ben congegnato
Ben prima della diffusione degli audio attraverso il podcast di Fabrizio Corona, Raoul Bova aveva ricevuto dei messaggi preoccupanti. La fonte, identificata tramite una sim telefonica spagnola, sembrava voler minacciare l’attore. Alcuni messaggi, riportati dal Corriere, sembrano un chiaro tentativo di intimidirlo:
“Questa è pesante cavolo, anche con audio che conferma tutto. Nelle mani di Fabrizio diventa una puntata di Falsissimo. Questo te lo giuro, sono già in contatto con lui. Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? Per il tuo matrimonio, per la tua immagine, per il tuo presente e futuro lavoro… Altro che Don Matteo. Ho dei contenuti fra te e Martina Ceretti che ti farebbero molto male”
Dopo settimane di incertezze, il misterioso mittente ha un nome e un cognome: Catherina Droga, meglio conosciuta come “Cath”, il cui profilo WhatsApp è stato rivelato da Parpiglia. Secondo il giornalista, l’intera vicenda non sarebbe stata una casualità. Il comportamento di “Cath” sembra essere stato pianificato con una strategia ben precisa, con l’obiettivo di danneggiare gravemente Raoul Bova. Andiamo passo per passo.
Il furto del cellulare e la violazione della privacy
Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda riguarda il furto del cellulare dell’attore. Non si è trattato di uno scippo casuale, ma di un evento che potrebbe essere avvenuto all’interno delle mura domestiche di Bova. Questa scomparsa, avvenuta lo scorso aprile, potrebbe aver dato il via all’intera operazione, che avrebbe coinvolto anche la raccolta e la diffusione di contenuti privati, con l’intento di minare la reputazione di Bova.
Oltre a questo, il profilo WhatsApp di Catherina Droga, da cui sono partiti i messaggi, risulta essere un profilo Business, con sede in Spagna. Parpiglia ha anche rivelato che l’ultimo accesso di “Cath” su WhatsApp è avvenuto proprio poco prima dell’invio del messaggio a Bova.
Un “sistema per disintegrare” Raoul Bova
Gabriele Parpiglia ha parlato chiaramente di un “sistema costruito per disintegrare Raoul Bova”. Non si tratta solo di minacce tramite messaggi, ma anche di una rete più ampia e strategica, finalizzata a demolire l’immagine e la carriera dell’attore. Ma la storia non finisce qui. Parpiglia ha anche annunciato che un testimone sarebbe pronto a rivelare nuovi dettagli su questo “sistema” che avrebbe preso di mira Bova, ma per ora l’identità di questa persona rimane ignota.
Le reazioni e l’intervento delle autorità
Il clamore mediatico che ha circondato la diffusione degli audio ha spinto il Garante per la protezione dei dati personali (GPDP) a intervenire ufficialmente. In un comunicato, l’Autorità ha aperto un’istruttoria per accertare eventuali violazioni delle normative sulla privacy. Si legge nel comunicato che:
“Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria a seguito della diffusione dell’audio, o di estratti della conversazione privata, dell’attore Raoul Bova al fine di accertare eventuali violazioni della normativa privacy e delle Regole deontologiche dei giornalisti. L’audio, diffuso senza consenso, proviene da una conversazione privata via chat tra l’attore e un soggetto terzo.”
Le autorità hanno inoltre avvertito che l’ulteriore diffusione di questi contenuti potrebbe comportare sanzioni.
Federico Monzino: il rimorso e le scuse
Un altro tassello importante della vicenda riguarda Federico Monzino, l’uomo che ha passato gli audio a Fabrizio Corona. Monzino ha rilasciato un’intervista in cui si è scusato per il suo gesto, esprimendo rammarico per le conseguenze che ha avuto. Ha dichiarato:
“Sinceramente non avrei mai pensato che i messaggi potessero diventare un trend su TikTok, è assurdo, così come non avrei immaginato che la vicenda avrebbe assunto una dimensione così ampia. È stato un errore da parte nostra, e mi dispiace profondamente che la situazione sia degenerata in un qualcosa di pubblico che ha travolto le persone coinvolte e la loro vita privata.”
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Conclusioni: serenità ritrovata
Nonostante il caos e le tensioni, sembra che Raoul Bova e la sua compagna Rocío Muñoz Morales stiano cercando di superare insieme questo momento difficile. Dopo le prime difficoltà legate agli audio e alle polemiche pubbliche, i due sembrano aver trovato una nuova serenità, forse anche per il bene delle loro figlie. In ogni caso, la vicenda ha ancora molte incognite e il suo evolversi potrebbe riservare nuove sorprese.
Questa storia dimostra quanto possa essere fragile la privacy nel mondo odierno, dove ogni dettaglio della vita privata può essere messo sotto la lente d’ingrandimento e trasformato in un oggetto di discussione pubblica. Resta da vedere quali saranno le conseguenze legali per chi ha messo in atto questa “operazione” contro Raoul Bova e come si evolverà il panorama mediatico nei prossimi giorni.