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Festival di Sanremo 2013, i Testi: Simone Cristicchi con “Mi manchi” e “La prima volta che sono morto”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-02-13

Simone Cristicchi, riccioluto ed originale cantautore romano che nel 2007 ha vinto il Festival di Sanremo con il pezzo Ti regalerò una rosa, la canzone che parla della lettera che un matto, Antonio, scrive alla sua amata Margherita mentre si trova in manicomio. Oltre a vincere Sanremo, con questo brano Cristicchi vince anche Il premio …

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Simone Cristicchi, riccioluto ed originale cantautore romano che nel 2007 ha vinto il Festival di Sanremo con il pezzo Ti regalerò una rosa, la canzone che parla della lettera che un matto, Antonio, scrive alla sua amata Margherita mentre si trova in manicomio. Oltre a vincere Sanremo, con questo brano Cristicchi vince anche Il premio della Critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio-TV. Questa è la quarta volta che partecipa a Sanremo, la prima data infatti 2006 con il brano Che bella gente, classificandosi secondo nella categoria Giovani, il pezzo, scritto insieme alla cantautrice Momo, è dedicato a Mia Martini. Nel 2007 come avevamo precedentemente scritto, vince nella sezione Big, mentre nel 2010 partecipa con il brano Meno male, scritto a due mani insieme a Frankie Hi Nrg.

Quest’anno invece, secondo quanto afferma sarà un Festival differente in quanto: “Debutto come chansonnier in stile Julio Iglesias. Succede in “Mi manchi”, che è piaciuta a mio figlio e questo già mi basta”. L’altro brano invece, a prescindere dal titolo (La prima volta che sono morto) è un inno alla vita. In uscita il suo quarto disco, con 13 brani inediti che si chiamerà: Album di famiglia. Durante la serata dedicata a Sanremo Story canterà Canzone per te, il brano che nel 1968 vinse Sanremo cantato da Sergio Endrigo e Roberto Carlos.

Per l’angolo della curiosità, direttamente da Wikipedia riportiamo: Il brano Genova Brucia, ispirato ai violenti fatti accaduti nella città ligure durante il G8 del 2001, vince il Premio Amnesty Italia 2011 indetto dalla sezione italiana di Amnesty International e da Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty. Nel luglio 2011 conduce, insieme a Nino Frassica, il varietà radiofonico Meno male che c’è Radio 2. Nel dicembre 2011 interpreta la sigla dell’edizione italiana del cartone animato Il piccolo principe, trasmesso da Rai2.

Foto apertura articolo: © copyright Massimo Sestini

 

Di seguito i testi delle canzoni.

Mi manchi

Mi manchi
come manca il mare a un’isola
come ad un bottone l’asola
come un mese a un calendario
e a un teatro il suo sipario
a una suora il suo rosario
come le ali a un aeroplano
l’altalena ad un bambino
la sua patria a un emigrato
come l’ago ad un pagliaio
allo Yeti il suo ghiacciaio
come il vento agli aquiloni
come il cacio ai maccheroni
e la penna ad un notaio
come manca un pesce all’amo
come a volte manca il fiato
e a me dirti che ti amo
Lo nasconderò
questo nostro amore
perché tu non lo veda
perché tu non ci creda
quando ti dirò che ti amo ancora
e che mi manchi…
Mi manchi
come le radici a un albero
come il campo ad un trattore
come al lampo manca il tuono
e al peccato il suo perdono
al mercato il suo frastuono
al ciclista la discesa
a un altare la sua chiesa
ed a Dio la mia preghiera
Lo nasconderò
questo grande amore
perché il mondo non veda
perché tu non ci creda
quando ti dirò che ti amo ancora
…che ti amo ancora…
e che mi manchi…
…quando ti dirò che ti amo ancora
e che mi manchi…
Mi manchi
come tela ad un pittore
come adesso le parole
come a me manca il tuo amore

La prima volta che sono morto

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È successo così all’improvviso, lo scorso sabato mattina
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie.
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio,
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio.
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”,
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno.
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento.
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini,
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini!
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano,
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?”
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato!
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell’altro mondo.
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino?
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino.
Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio.
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!”
E chi fumava? Ero pure astemio.
Certo un po’ di sport in più, meno televisione…
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto,
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola…
E vabbè sarà per la prossima volta!

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