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Antonio Medugno rompe il silenzio dopo la denuncia a Signorini
Filippo 31/12/2025
Le parole di Antonio Medugno..

Antonio Medugno rompe il silenzio.
Dopo la denuncia contro Alfonso Signorini, Antonio Medugno interviene sui social
Antonio Medugno ha deciso di esporsi pubblicamente dopo la denuncia presentata contro Alfonso Signorini per violenza ed estorsione. Il suo intervento è arrivato tramite Instagram, dove ha condiviso la prima parte di un video in cui spiega le proprie motivazioni e risponde alle domande che, racconta, gli vengono rivolte con insistenza da giorni.
Fin dall’inizio del video, Medugno chiarisce il senso del suo messaggio e il motivo per cui ha scelto di parlare ora:
“Ciao. Faccio questo video una volta sola, poi torno alla mia vita” – ha dichiarato – “Non sto cercando compassione, né sto cercando approvazione. Rispondo con calma e con i fatti alle domande che leggo ovunque, perché in questi giorni sono state dette molte cose false sul mio conto e sinceramente ne sono molto stanco“.
Il ritardo nella denuncia: la sua spiegazione
Una delle questioni più discusse riguarda il tempo trascorso prima della denuncia. Medugno affronta il tema spiegando il percorso personale vissuto negli ultimi anni:
“Per anni ho provato a seppellirla, perché quando sei coinvolto in dinamiche di vergogna e paura spesso non denunci subito: ti chiudi, ti colpevolizzi e temi di non essere creduto. Soprattutto temi l’impatto sulla tua vita e sul lavoro. È una cosa documentata: molte persone, troppe, ritardano la denuncia su queste vicende. Io in quei quattro anni ho fatto terapia e ho provato ad andare avanti. Ho deciso di tutelarmi legalmente soltanto quando la situazione è diventata pubblica e ho capito che il silenzio mi aveva distrutto, perché in quel periodo non avevo la lucidità che ho oggi“.
L’incontro e i messaggi: “Ho sottovalutato”
Nel video viene affrontata anche la domanda sul perché si sarebbe recato a casa di Signorini nonostante la presenza di messaggi dal tono esplicito. Medugno risponde ricostruendo il contesto e le pressioni vissute in quel periodo:
“C’erano messaggi, sì. E col senno di poi riconosco che erano messaggi ambigui e che io forse avrei dovuto mettere un confine molto prima. Ma quando sei giovane, quando hai tante pressioni addosso, quando temi di bruciarti opportunità lavorative, non ragioni sempre in modo lucido. Io in quel momento mi sono purtroppo fidato ciecamente del mio vecchio manager e quindi ho minimizzato ogni cosa, perché mi avevano manipolato a pensare che era giusto così. Io non sono andato lì per farlo o per ottenere favori. Ci sono andato pensando alla carriera, a dimostrare che tipo di persona fossi e che tipo di valori avessi. È stata una scelta ingenua, lo ammetto. Ma l’ingenuità non significa né consenso né colpa. Perché quando vivi una dinamica sbilanciata non sempre scappi subito: spesso minimizzi, razionalizzi e ti dici che riuscirai a gestirla, che passerà“.
“Non sono mai andato a letto con Alfonso Signorini”
Rispondendo a chi si chiede perché abbia accettato quella situazione nonostante il disagio, Medugno ammette alcuni errori ma respinge con decisione alcune ricostruzioni circolate online:
“Io ho sbagliato a restare vicino a quella situazione invece di tagliarla subito: questo è il mio errore. Ma restare non significa stare bene e soprattutto non significa che tutto ciò che è stato raccontato online sia vero. Io ho avuto questa tendenza a minimizzare la cosa perché ero completamente manipolato dal mio vecchio manager. E questo deve essere chiarissimo. Non sono mai andato a letto con Alfonso Signorini. Né la prima volta né dopo. Mai. Capisco il sospetto, perché intorno a questo contesto ci sono stati tanti messaggi elusivi e di un rapporto che, col senno di poi, riconosco sbagliato. E qui mi prendo la mia responsabilità: ho gestito malissimo quella situazione“.
A chiusura del suo intervento, Medugno aggiunge un’ulteriore riflessione personale:
“Ho lasciato spazio a quell’ambiguità che non avrei mai dovuto accettare”.
Con questo video, Medugno afferma di voler chiarire la propria posizione e poi tornare alla sua vita privata, lasciando ora che sia la magistratura a fare il suo corso.







