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Totò Riina è morto, Mattino Cinque: da Rita dalla Chiesa a Paolo Liguori, ‘Non è una morte consolatoria’

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2017-11-17

Il boss di Corleone Totò Riina è morto. Il dibattito televisivo si è aperto questa mattina, durante il nuovo appuntamento di Mattino Cinque condotto da Federica Panicucci sulla rete ammiraglia di Casa Mediaset. “Sto parlando sull’onda dell’emozione perché c’è emozione, ma devo dire che questa non è una morte consolatoria”. Rita Dalla Chiesa, conduttrice e …

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Il boss di Corleone Totò Riina è morto. Il dibattito televisivo si è aperto questa mattina, durante il nuovo appuntamento di Mattino Cinque condotto da Federica Panicucci sulla rete ammiraglia di Casa Mediaset. “Sto parlando sull’onda dell’emozione perché c’è emozione, ma devo dire che questa non è una morte consolatoria”. Rita Dalla Chiesa, conduttrice e figlia del Generale Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia nel 1982, commenta in questo modo la morte del mafioso.

Totò Riina è morto, ecco le parole di Rita Dalla Chiesa

“La sua morte è arrivata a 87anni mentre gli uomini dello Stato che ha ucciso erano tutti uomini che nella loro vita non hanno potuto proseguire nei loro affetti, nei loro interessi, nello stare vicini a mogli, figli e nipoti”, continua ancora Rita Dalla Chiesa con la voce rotta dall’emozione.  “La prima cosa che mi è venuta in mente è che quest’uomo ha costruito un potere che non gli servirà più. Il mio dolore è banale da descrivere, ma è lo stesso che hanno provato i Falcone, i Borsellino, è lo stesso che ha provato Rosaria (Costa, moglie di Vito Schifani ndr) quando in chiesa diceva ‘non cambiano’, e aveva ragione, ogni volta che io vedo quelle lacrime piango”.

“Partiamo dal lato opposto, ci sono stati almeno un migliaio di morti”. Così Paolo Liguori, direttore di TgCom24, commenta a Mattino Cinque la morte del “capo dei capi” Totò Riina, scomparso all’età di 87anni nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma. “Corleone era il marchio di un gruppo umano, sono cresciuti insieme Riina, Bagarella, Provenzano, Ciancimino. Erano diventati i padroni della Sicilia anche a scapito degli altri clan mafiosi. È stata una corsa verso il potere veramente straordinaria di questo gruppo criminale ma anche terroristico”, continua ancora Liguori.

Il boss di Corleone, 26 ergastoli e il silenzio fino alla fine

Una morte, quella di Totò Riina, che non è incoraggiante: “L’emozione della morte di Riina è stata inferiore a quella del gennaio ’93, per me è stata quella la festa, quella la vittoria, quando lo Stato ha detto: ‘ti abbiamo preso'”, conclude Paolo Liguori. 26 ergastoli per il boss mafioso. 26 ergastoli per il boss mafioso. Con la sua morte restano senza risposte numerose domande: sui rapporti mafia e politica, sulla stagione delle stragi, sulle trame che avrebbero visto Cosa nostra a braccetto con poteri nascosti in una comune strategia della tensione. Riina però, nel corso degli anni non ha mai mostrato alcun segno di redenzione.

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