PROGRAMMI TV
L’approfondimento di Articolotre: dalla parte dei cittadini
Simona Cocola 16/10/2010
Numerosi gli ospiti della prima puntata del nuovo programma di informazione RaiTre, in onda alle ore 21, condotto dall’ex giornalista del TG1 Maria Luisa Busi. La struttura, che si basa su un interscambio di opinioni tra la Busi e i suoi invitati, in particolare gente comune che segnala disguidi di diverso tipo, esperti in materia […]
Numerosi gli ospiti della prima puntata del nuovo programma di informazione RaiTre, in onda alle ore 21, condotto dall’ex giornalista del TG1 Maria Luisa Busi. La struttura, che si basa su un interscambio di opinioni tra la Busi e i suoi invitati, in particolare gente comune che segnala disguidi di diverso tipo, esperti in materia e alcuni consulenti fissi della trasmissione, ha come punto di partenza la Costituzione italiana. In particolare, l’Articolo 3, da cui prende il titolo il programma, cita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Quanti italiani conoscono la Costituzione? Una delle sentinelle civiche di Articolotre, Gherardo Colombo, ex magistrato, sostiene che Essa non sia così conosciuta, e, per essere effettiva, deve prima di tutto essere rispettata, cosa che non accade sempre. Un esempio è l’emergenza amianto nelle scuole italiane, problema affrontato in questa puntata, insieme con quello della violenza sulle donne e della qualità del cibo.
La prima testimonianza è della figlia di Domenico Mele, maestro elementare ammalatosi di mesotelioma peritoneale a causa dell’amianto, presente nel complesso scolastico torinese in cui ha insegnato vent’anni, e di cui la scuola era a conoscenza, e morto nel 2008, non prima di veder riconosciuto, a seguito di personali battaglie, il tumore come malattia professionale. La vicenda di Mele è divenuta “un caso”, da cui sono iniziate le indagini che hanno condotto il procuratore vicario di Torino Raffaele Guariniello ad aprire un fascicolo per omicidio colposo.
Si stima che 1300 persone muoiano di mesotelioma ogni anno In Italia, e sono 2400 le scuole a rischio amianto nel nostro Paese, dato contenuto in un misterioso rapporto, conosciuto dal Ministero dell’Istruzione italiano. Per questo motivo ci sono genitori che combattono da anni a Cagliari, in quanto nelle scuole frequentate dai loro figli è presente l’amianto (sostanza mortale se respirata): le mattonelle del pavimento si sgretolano, producendo una polverina bianca con cui i bambini hanno giocato fino a giugno scorso. Il Comune di Cagliari, pur conoscendo la situazione dal 2006, ha chiuso queste scuole per bonificarle solo qualche mese fa: “Le analisi fatte dall’Arpas – Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna – indicavano parametri dell’aria di assoluta salubrità” sostiene Edoardo Usai, assessore alle Pubblica Istruzione del Comune.
L’indagine svolta dai presidi su 2400 scuole italiane per richiedere agli enti locali di intervenire a smantellare l’amianto, ha portato a questi risultati: gli edifici a rischio sono 1407 al momento. Nel frattempo, il Ministero dell’Istruzione, che ha destinato 358 milioni di euro per le emergenze, attende da 14 anni gli esiti dell’anagrafe delle scuole, che dovrebbero mettere in luce lo stato delle stesse, per capire gli interventi da apportare.
In trasmissione, poco dopo le ore 22, quando la Busi si apprestava ad affrontare il secondo argomento della serata, arriva in diretta la notizia della morte di Maricica Hahaianu, l’infermiera romena di 32 anni colpita con un pugno venerdì scorso, al termine di una colluttazione alla stazione della metropolitana Anagnina a Roma. Conta un’altra vittima la crudele realtà dei soprusi verso le donne, oltre a Simona, 34 anni, molestata e quasi violentata dall’ex datore di lavoro. Denunciato dopo molto tempo, l’uomo deve risarcirle 100 mila euro, ma con l’invalidità del 25 per cento riconosciutale a seguito del mobbing sul lavoro e dello stupro evitato grazie al coraggio dimostrato, Simona convivrà tutta la vita.
Da una ricerca Istat l’80 per cento di donne molestate non denuncia e oltre il 50 per cento di molestate sul lavoro cambia occupazione. Ma come difendersi quando manca in Italia una legge specifica sul mobbing? Parlando, denunciando, diffidando il molestatore, a parere degli esperti. Inoltre, molto importante, deve continuare ad essere il sostegno finanziario degli enti locali ai centri anti-violenza, come quello attivo dal 1997 al 2007 a Palermo, la “Casa delle Moire”, che forse riaprirà tra poco, a seguito di un bando ricordato dall’assessore comunale alle Attività sociali Raoul Russo, ospite in trasmissione.
“In Italia questi centri sono pochi, mal funzionanti e soffrono di carenza di finanziamenti” afferma Alessandra Bagnara, presidente di D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza).
Altro diritto, come quello del rispetto verso le donne, è il diritto alla salute, poco tutelato quando, ad esempio, vengono sequestrate dai Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità), a fine giugno scorso in Italia, su segnalazione dei cittadini, 32 tonnellate di mozzarelle blu, colpite da un batterio dell’acqua. Il direttore dell’Assolatte Massimo Forino è pronto a sostenere che i controlli sulle mozzarelle stanno continuando, e Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità, assicura che il sistema di controllo in Italia è quello che funziona meglio a livello europeo.