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Gabriel Garko parla dei suoi progetti di lavoro e delle critiche che riceve: “Mi viene da ridere quando le leggo”

di Laura Errico

Pubblicato il 2010-12-06

Gabriel Garko si confessa sulla Repubblica, dove parla del suo lavoro e della sua vita privata. L’attore tanto amato dal pubblico femminile dice che a lui piace molto il suo lavoro, stare sul set, interpretare personaggi, soprattutto quelli cattivi, perchè “dà più gusto”. Rivela di non aver mai frequentato una scuola di recitazione, ma di aver …

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Gabriel Garko si confessa sulla Repubblica, dove parla del suo lavoro e della sua vita privata.

L’attore tanto amato dal pubblico femminile dice che a lui piace molto il suo lavoro, stare sul set, interpretare personaggi, soprattutto quelli cattivi, perchè “dà più gusto”. Rivela di non aver mai frequentato una scuola di recitazione, ma di aver studiato per conto suo e di aver cercato di eliminare le inflessioni piemontesi della sua dizione, perchè è “umiliante” essere doppiati.

Tuttavia quando finisce di lavorare, vuole condurre una vita normale e quindi stare con gli amici, andare a cavallo e tenersi lontano dai flash.

In questo periodo sta ricevendo molte proposte di lavoro.

Sono sepolto sotto una valanga di proposte. Certo ci sono i miei collaboratori che mi aiutano a scremare i copioni e a valutarli, ma l’ultima parola spetta a me. E di soprannome mi chiamano “signornò”. Prefeisco mangiare pane e cipolle, ma non dovermi pentire poi.

Infatti reciterà nella seconda serie de Il peccato e la vergogna; sarà protagonista della fiction Faccia d’angelo; farà parte del cast di Bang Bang; interpreterà Rodolfo Valentino in un film biografico sul divo hollywoodiano.

L’attore svela poi di aver rifiutato tre film ad Hollywood, in quanto non erano nelle sue corde, e poi risponde alle critiche secondo le quali non sarebbe un bravo attore.

Ormai mi viene da ridere quando le leggo, così prevedibili. Le trovo una mancanza di rispetto verso milioni di telespettatori, che vengono fatti passare per mezzi deficienti… Vorrei almeno che i critici, prima di stroncare un lavoro, vedessero per intero la fiction, dalla prima all’ultima puntata.

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