DOCUMENTARI

“Correva l’anno”, i filmati e il racconto dei costumi dell’Italia negli anni ’50. Un’età perbenista solo in apparenza!

Laura Errico 07/01/2010

“Correva l’anno”, documentario trasmesso su RaiTre, racconta di puntata in puntata un decennio storico attraverso una successione di filmati di repertorio e mediante il commento di una voce fuori-campo. Ieri sera dalle ore 23:00 alle ore 24:00 è andato in onda un nuovo appuntamento, “Si fa ma non si dice. Costume e morale negli Anni […]

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“Correva l’anno”, documentario trasmesso su RaiTre, racconta di puntata in puntata un decennio storico attraverso una successione di filmati di repertorio e mediante il commento di una voce fuori-campo.

Ieri sera dalle ore 23:00 alle ore 24:00 è andato in onda un nuovo appuntamento, “Si fa ma non si dice. Costume e morale negli Anni Cinquanta”. Il titolo non poteva essere più congeniale al contenuto della puntata, che ha parlato dell’Italia negli anni cinquanta: un paese solo apparentemente perbenista e morale.

In quel periodo la nostra penisola era un paese profondamente cattolico, in cui si criticava pesantemente l’uso del costume a due pezzi, i fidanzati non potevano baciarsi in pubblico altrimenti venivano multati e non poteva apparire nemmeno la parola “reggiseno” su un giornale, per fare pubblicità ad un negozio di biancheria.
Tuttavia sotto mentite spoglie la situazione era molto diversa. Lo dimostra ad esempio il caso di Wilma Montesi, trovata morta seminuda sulla spiaggia. Dietro la sua morte c’erano convegni amorosi, a cui partecipavano personaggi illustri, anche politici, basati su alcool, soldi e sesso.

Negli anni cinquanta si inserisce, anche, l’episodio della coppia Coppi-Occhini. Fausto Coppi, noto ciclista, lasciò la moglie e andò a convivere con Giulia Occhini, già sposata con due figli. L’episodio fu uno scandalo: lei fu accusata di aver rovinato due famiglie e denunciata dal marito per abbandono del tetto coniugale. Eppure in Italia nello stesso periodo c’erano vari uomini appartenenti al mondo politico che avevano lasciato le consorti ed erano andati a convivere con altre donne, senza essere criticati.

Un’Italia piena di contraddizioni e in cui la morale era diversa per i personaggi famosi. Infatti se una donna comune si innamorava di un uomo sposato era una “sfasciafamiglia”, mentre se Sophia Loren aveva una relazione con un non più giovane Carlo Ponti, sposato e con figli, era un “grande amore” secondo l’opinione pubblica. Se Brigitte Bardot compariva nuda in un film era tutto normale, se una donna comune indossava abiti succinti e scollati veniva considerata una poco di buono.

L’evento forse più importante con cui terminò il secolo fu la chiusura delle case chiuse nel 1958, con la legge Merlin. La proposta fu avanzata dalla deputata Merlin, che aveva raccolto innumerevoli testimonianze di prostitute, che vivevano in semischiavitù. Alla deputata arrivarono numerosi insulti e lettere anonime contenenti offese da parte di uomini. Ma tale provvedimento non doveva essere apprezzato, dato che si poneva fine all’immoralità della prostituzione? No, poiché non bisogna dimenticare che gli uomini, anche quelli sposati, potevano fare quello che volevano; per loro la morale era diversa.
Eppure l’età descritta nel documentario viene ancora oggi considerata come un’epoca di grande moralità.

Un nuovo appuntamento di “Correva l’anno” andrà in onda stasera su RaiTre alle ore 23:00.

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