Che tempo che fa

Che tempo che fa: ospiti Pierluigi Bersani, Pietro Citati, Giancarlo De Cataldo, Luciana Littizzetto

Simona Cocola 11/10/2010

Già autore di “Romanzo criminale” e co-sceneggiatore insieme con il regista Mario Martone del film “Noi credevamo” (nelle sale il prossimo novembre), Giancarlo De Cataldo, primo ospite di Che tempo che fa, presenta il suo nuovo libro, edito da Einaudi, “I Traditori”, romanzo sul Risorgimento italiano. Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini compaiono in questo scritto […]

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Già autore di “Romanzo criminale” e co-sceneggiatore insieme con il regista Mario Martone del film Noi credevamo” (nelle sale il prossimo novembre), Giancarlo De Cataldo, primo ospite di Che tempo che fa, presenta il suo nuovo libro, edito da Einaudi, “I Traditori”, romanzo sul Risorgimento italiano. Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini compaiono in questo scritto come giovani – erano quasi tutti ventenni all’epoca – animati da una grande passione ed un grande entusiasmo volti a colpire il tiranno, cosa in cui credevano molto. “È un romanzo che parla di oggi. C’è il bene e il male del carattere italiano. […] Gli eroi erano annidati nel tradimento e il tradimento era annidato negli eroi. […] Mazzini e i mazziniani erano i grandi perdenti della storia. […] Io tifo per Mazzini, in questo libro, e per l’Unità d’Italia” spiega De Cataldo.

L’Unità d’Italia, i cui 150 anni saranno festeggiati il prossimo anno, rappresentava l’obiettivo di quei ragazzi: la gioventù di tutto il mondo nel Risorgimento si coalizzava intorno all’idea di nazione, contro un ordine vecchio di persone che non volevano lasciare il potere. Si parlava, inoltre, di amor patrio, di questione meridionale, di banditismo: “La ricorrenza dei centocinquant’anni dell’Unità ha portato a una riscoperta di questi grandi temi, che ha appassionato molti”, afferma l’autore del romanzo.

Dai grandi della storia ai pilastri della letteratura italiana, il passo lo compie in studio Pietro Citati, saggista e critico letterario, autore di “Leopardi”, saggio monografico in cui per la prima volta le opere sono narrate attraverso la vita del poeta di Recanati, e non viceversa. Dal racconto di Citati si evince che Giacomo Leopardi, il più grande poeta lirico italiano, era un personaggio anche spiritoso, che muore sorridendo. Rivolto all’amico Antonio Ranieri infatti esclama: “Totonno, non vedo più luce”. La potenza del saggio di Citati consiste nel non trattare il limite leopardiano, rappresentato dalla tristezza, dalle malattie, dalla solitudine. Anche se Leopardi vedeva Recanati come un carcere da cui fuggire, era un ragazzo spensierato e possedeva una grande vitalità, pur essendo malato di tubercolosi ossea ed avendo una psicosi maniaco-depressiva. All’età di 19 anni scrive L’Infinito”: chiuso nel suo spazio “Leopardi sogna l’infinito, ma è un infinito puramente mentale” dichiara Citati.

Da Varese, reduce dall’Assemblea Nazionale del PD, giunge Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico, il quale, a proposito di Unità d’italia, dice: “L’Unità è conveniente, perché siamo un paese strettamente collegato – riferendosi a Nord e Sud Italia – nel bene e nel male”. Proseguendo questo discorso, Bersani pensa che il momento storico in cui viviamo stia cercando di lesionare i pilastri della nostra Costituzione, e, riferendosi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, spiega che “Non si può dire in una democrazia: siccome ho il consenso, io forzo le regole”. Gli obiettivi che ha in mente il segretario del PD puntano a una cambiare la legge elettorale attuale e a progetti di un’alternativa nuova.

Chiude la puntata, con la sua travolgente ironia, Luciana Littizzetto.

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