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“Giusto sospendere Sgarbi: avrebbe fatto perdere un sacco di soldi”

di Simone Morano

Pubblicato il 2011-05-20

Secondo Vittorio Emiliani, ex consigliere d’amministrazione Rai, la sospensione del programma Ci tocca anche Vittorio Sgarbi è ampiamente giustificata. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, Emiliani sottolinea: Gli ascolti della rete ammiraglia in prima serata veleggiano tra il 18 e il 20 per cento di share. Un programma che scende sotto il 10 si autocondanna. Una media …

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Vittorio Sgarbi

Secondo Vittorio Emiliani, ex consigliere d’amministrazione Rai, la sospensione del programma Ci tocca anche Vittorio Sgarbi è ampiamente giustificata. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, Emiliani sottolinea:

Gli ascolti della rete ammiraglia in prima serata veleggiano tra il 18 e il 20 per cento di share. Un programma che scende sotto il 10 si autocondanna. Una media complessiva dell’8 per cento non andrebbe bene nemmeno a Raitre. Senza contare l’alto costo della trasmissione. Le cifre di cui si è parlato non sono state smentite da Sgarbi. Per questo motivo una direzione di azienda serie in casi come questi si deve comportare così.

Emiliani contesta anche la collocazione del programma:

Una trasmissione come quella in prima serata non ha molti precedenti. In seconda serata sarebbe stato meglio. E anche la prima rete non è adeguata, in un canale di intrattenimento, sceneggiati e grandi film, è stato un prodotto anomalo.

La sospensione di Ci tocca anche Vittorio Sgarbi è dovuta anche a motivi economici:

Un programma che abbassa la media di rete incide sulla resa pubblicitaria. Ai miei tempi Stefano Balassone calcolò che un punto di share in meno nell’arco di un anno decretava una perdita complessiva di 200 miliardi di lire.

Sempre sul Qn, il critico Piero Degli Antoni parla di un programma

senza un disegno, arruffato, scombiccherato, improvvisato dall’inizio alla fine, senza una scaletta, un’idea conduttrice. Anche il genio ha bisogno di regole e applicazione. Sgarbi contava sull’estro momentaneo, e non è bastato. La tv rappresenta la realtà messa in posa, altrimenti la fotografia viene mossa.

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