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Georgia Luzi: “Collega mi lanciò una sedia… Poi parlano di troppo amore”, sfogo dopo ‘mea culpa’ di Diaco

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2020-07-04

A poche dal discusso sfogo di Pierluigi Diaco a Io e Te, in cui il conduttore, piangendo in diretta, ha giustificato le sue ultime intemperanze con il “troppo amore” per il suo lavoro (clicca qui per rivedere il momento), arriva la confessione choc di Georgia Luzi, sua ex collega. Le sue parole, scritte in un …

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A poche dal discusso sfogo di Pierluigi Diaco a Io e Te, in cui il conduttore, piangendo in diretta, ha giustificato le sue ultime intemperanze con il “troppo amore” per il suo lavoro (clicca qui per rivedere il momento), arriva la confessione choc di Georgia Luzi, sua ex collega. Le sue parole, scritte in un lungo post Instagram dal titolo “Quanno ce vo, ce vo”, stanno facendo molto discutere.

Georgia Luzi, la confessione choc contro un “collega”

Georgia Luzi, da qualche tempo lontana dal piccolo schermo, ha deciso di togliersi più di un sassolino dalle scarpe nei confronti di chi, proprio per “troppo amore” le lanciò contro una sedia. Sono parole incredibili quelle che la Luzi ha lasciato scorrere, nero su bianco, nel lungo sfogo social che vi riportiamo a seguire:

C’è chi sceglie il silenzio. E chi decide di esporsi. E ad entrambi va il mio rispetto. Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento… ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro, di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perché alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici.

Lo sfogo di Georgia prosegue:

Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale, non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI.

La conduttrice ha concluso con un sonoro e non indifferente PS:

P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

Le sue parole hanno indubbiamente sollevato la curiosità rispetto al “collega” di cui la Luzi non fa mai il nome. Chi sarà? Ricordiamo che Georgia ha sempre lavorato in coppia nel corso della sua carriera da conduttrice: su Rai1 dal 2011 al 2013 a Unomattina Storie Vere con Savino Zaba; ancor prima aveva condotto con Marco Liorni Perfetti Innamorati e nel 2010 esordì con Unomattina Estate proprio con Pierluigi Diaco; nel 2011 accanto a Gerardo Greco, Infine nel 2017 con Flavio Montrucchio su FoxLife con 4 Mamme.

 

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C’è chi sceglie il silenzio. E chi decide di esporsi. E ad entrambi va il mio rispetto. Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI. P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

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