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Virginia Raffaele, cresciuta in un lunapark: “ancora single, difficile se fai lo stesso lavoro”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2019-10-26

L’attrice, comica e conduttrice Virginia Raffaele, sarà oggi ospite di Silvia Toffanin, nel corso della nuova puntata di Verissimo, durante la quale parlerà della sua vita alquanto particolare. Virginia è infatti cresciuta in un lunapark e quando ha deciso di fare l’attrice ha ricevuto il sostegno di tutta la sua famiglia. Difficile pensare ad un …

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L’attrice, comica e conduttrice Virginia Raffaele, sarà oggi ospite di Silvia Toffanin, nel corso della nuova puntata di Verissimo, durante la quale parlerà della sua vita alquanto particolare. Virginia è infatti cresciuta in un lunapark e quando ha deciso di fare l’attrice ha ricevuto il sostegno di tutta la sua famiglia. Difficile pensare ad un lavoro tradizionale. “Sono fiera di essere giostraia: negli anni Ottanta in Italia c’era una tradizione ancora forte di famiglie come la mia. Essere nata e cresciuta dentro ai cancelli del lunapark mi ha dato una percezione particolare della realtà, come in un Truman Show”, ha raccontato a Io Donna.

Virginia Raffaele, dalla vita al lunapark a quella di attrice

Per Virginia Raffaele, il vero mondo era quello “dentro” e proprio il mondo del lunapark l’ha aiutata nel suo attuale lavoro: “Il lunapark era la scuola, il bancone dello stand era il palcoscenico. Dovevamo attirare la gente per divertirla: è quello che faccio ancora oggi”, dice.

Certamente Virginia non si è improvvisata attrice ma ha studiato tanto: “recitazione, canto e danza classica per tanti anni, ho suonato il pianoforte. Bisogna avere un’infarinatura generale”. Quando ha rivelato alla famiglia di avere intenzione di fare questo, nella vita, è stata sostenuta. “Se hai una nonna cavallerizza e uno zio clown, non puoi chiedere di fare l’avvocato: ti allontanano dalla famiglia. Però mi ero data una scadenza. Se non avessi combinato niente a 30 anni, avrei lasciato perdere”.

Sul piano privato, si definisce ancora single: “In parte è un peccato, in parte no. Ma non è semplice, soprattutto se fai lo stesso lavoro”, dice.

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