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Fedez e il tumore al pancreas, il medico che lo ha operato svela un retroscena: “Avevamo fatto un patto, ma lui…”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2024-03-07

Massimo Falconi, il medico che ha operato Fedez di tumore al pancreas, intervistato tra le pagine del settimanale Oggi, ha svelato un retroscena dopo l’operazione. Fedez e il tumore al pancreas: il medico svela un retroscena “Lui tende all’ipocondria, quindi a ogni minimo disturbo consulta i medici”, ha svelato il dottore. Poi il retroscena in …

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Massimo Falconi, il medico che ha operato Fedez di tumore al pancreas, intervistato tra le pagine del settimanale Oggi, ha svelato un retroscena dopo l’operazione.

Fedez e il tumore al pancreas: il medico svela un retroscena

Fedez, tumore al pancreas

“Lui tende all’ipocondria, quindi a ogni minimo disturbo consulta i medici”, ha svelato il dottore. Poi il retroscena in merito ad una promessa che Fedez però, non ha mantenuto:

Avevamo stretto un patto, silenzio assoluto per 15 giorni, finché non fosse giunto l’esito dell’esame istologico. Lo ha mantenuto per 48 ore. Poi si è fotografato da solo e ha postato tutto su Instagram.

E per quanto riguarda la crisi con Chiara Ferragni, il medico ha commentato:

C’era un’empatia non formale tra loro. Sono certo che abbia sofferto molto di più per le avventure giudiziarie della moglie e la separazione che ne è seguita.

In ultimo, il dottore ha spiegato la causa dell’emorragia che ha colpito Fedez:

Se l’è procurata da sola, con l’ibuprofene. Tende a medicalizzarsi, si auto prescrive farmaci.

Ecco perché ha parlato del tumore

Ho deciso di parlare sui social della mia malattia in parte perché sentivo la necessità di condividere quello che mi stava accadendo, in parte anche per aiutare chi sta vivendo o dovrà vivere la mia stessa esperienza — ha raccontato il cantante —. Quando ho avuto la diagnosi ho cercato su internet e ho trovato poche informazioni. Il tumore neuroendocrino del pancreas è molto raro ed era quello di Steve Jobs, notizia non rassicurante. Non avevo altri riferimenti.

E poi c’è Gianluca Vialli, con il quale sono riuscito a parlare il giorno dopo e mi ha aiutato, mi ha dato sollievo. Ero consapevole che avrei ricevuto anche critiche, come quelle, puntualmente arrivate, sul mio affrontare esami e cure da “privilegiato”, ma volevo aiutare gli altri. Mi hanno persino chiamato “narcisista patologico”. Ma ho ottenuto anche tanto affetto e sono tuttora convinto e contento della mia scelta.

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