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Chiara Ferragni come Joker: la copertina de L’Espresso divide, il commento di Selvaggia Lucarelli

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2024-03-07

Chiara Ferragni è Joker sulla copertina de L’Espresso nella Giornata internazionale della donna: esplode la polemica

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Chiara Ferragni come Joker sull’ultima copertina de L’Espresso, in edicola domani, venerdì 8 marzo. “Ferragni Spa: il lato oscuro di Chiara”, titola il noto giornale che, in occasione della Giornata internazionale della donna sfoggia una cover destinata a non passare inosservata, scatenando critiche e dividendo l’opinione pubblica. 

Chiara Ferragni come Joker su L’Espresso

Chiara Ferragni

Quella de L’Espresso è una inchiesta dettagliata sugli affari di Chiara Ferragni nonché una critica sulla gestione del business da parte della nota influencer,, come si può leggere nel sommario che precisa, in merito:

Una rete ingarbugliata di società, una girandola di quote azionarie, tra partner ingombranti, manager indagati e dipendenti pagati poco. L’influencer è a capo di un impero dove la trasparenza non è di casa. 

Dopo il caso del Pandoro Balocco e quello che vede altri accordi commerciali saltati o messi sotto accusa, Chiara Ferragni continua ad essere al centro dell’attenzione. L’Espresso però, forse compie un piccolo errore di comunicazione, in quanto con la sua copertina è andato automaticamente ad oscurare il tema centrale della stessa inchiesta.

Sulla cover la Ferragni è rappresentata a mezzo busto, con giacca grigia, camicia bianca e cravatta nera. E’ il trucco però, che rimanda ad un pagliaccio, esattamente come il cattivo di Batman, Joker, a fare la differenza ed aprire la strada a copiose critiche. 

L’inchiesta del settimanale trova spazio a quasi una settimana dall’intervista di Chiara Ferragni da Fabio Fazio, a Che Tempo Che Fa. Sui social i pareri sono discordanti: c’è chi critica il cattivo gusto dell’immagine, soprattutto in concomitanza con la data dell’8 marzo. Ma c’è anche chi difende la scelta de L’Espresso ricordando come il giornale abbia spesso realizzato delle copertine provocatorie come nel caso di Salvini raffigurato come Gambadilegno, Berlusconi come il Mao di Andy Warhol e Giorgia Meloni incoronata regina come Elisabetta.

E Selvaggia Lucarelli? Non manca un suo commento, incentrato soprattutto sul concetto di potere:

L’indignazione di alcuni per la copertina de L’Espresso è chiaro indizio di quante persone ignorino cosa sia il potere. 

Quella copertina non affossa. Sancisce il fatto che Ferragni sia (sia stata?) una donna di grande potere e che come tale subisca gli effetti della caduta conquistandosi copertine irriverenti, amare, sarcastiche.

[…] La verità è che non capite nulla nè di potere nè di giornalismo. 

Se il giornalismo ha una colpa in questa storia è stata quella di non aver mai occupato lo spazio intermedio tra il successo e la caduta. Ovvero quello dell’analisi e della critica. In parole povere: dei fatti.

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