Tatami

Bambini in tv: giusto o sbagliato? La discussione a “Tatami” con Camila Raznovich

Laura Errico 14/12/2009

Di bambini in televisione ne vediamo tanti. Già all’età di sei o sette anni varie bambine lavorano nel mondo della moda e partecipano a concorsi di bellezza. A volte sono i genitori che spingono i figli nel mondo dello spettacolo e della moda. Ma tutto ciò arreca vantaggi o svantaggi ai bambini? Di questo se […]

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Di bambini in televisione ne vediamo tanti. Già all’età di sei o sette anni varie bambine lavorano nel mondo della moda e partecipano a concorsi di bellezza. A volte sono i genitori che spingono i figli nel mondo dello spettacolo e della moda.
Ma tutto ciò arreca vantaggi o svantaggi ai bambini?

Di questo se ne è discusso ieri sera a “Tatami”, il talk show andato in onda su RaiTre e condotto da Camila Raznovich.
In studio erano presenti vari ospiti: la talent scout Anna Peggion, che prepara i bambini per entrare nel mondo della moda; Lucia Rizzi, nota come Tata Lucia nel programma “SOS Tata” su La7; Valerio Berruti, un artista che lavora spesso con i bambini; Irene Pivetti e Cristina Goglino, una delle tante madri delle baby stars.

Per comprendere meglio l’argomento è stato mostrato un video, che ricostruisce la giornata tipo di Ariella, una baby star. Ariella ha iniziato a fare casting e piccoli lavori già all’età di quattro anni. Il padre asserisce che gli fa fare questo lavoro solo come un gioco, non costringendo assolutamente la figlia. Vediamo una giornata abbastanza movimentata, alquanto piena di lavori soprattutto se si considera che la bimba può avere all’incirca sette anni. Inoltre Ariella si lascia scappare che, quando non ha potuto fare i suoi compiti scolastici, ovviamente a causa degli impegni dovuti ai casting, la madre le firma una giustifica. La madre dice alla figlia che non avrebbe dovuto dire ciò davanti alle telecamere. Ciò dimostra palesemente che i genitori, forse solo a volte, cercano di far emergere solo alcuni aspetti della situazione!

In studio anche la signora Goglino racconta la storia di sua figlia. La signora ha cinque figli, di cui quattro femmine. Di queste quattro bambine, tre sono avviate nel mondo della notorietà. Tre su quattro non sono assolutamente poche! La Goglino si sofferma a parlare soprattutto di una delle sue figlie, Giovanna, che ha iniziato a lavorare molto piccola. Secondo la madre, Giovanna ha avuto una predisposizione naturale e spontanea a stare davanti alle telecamere e ha sempre scelto quando andare ai casting, mettendo però al primo posto la scuola.

Un altro video è quello relativo al primo baby saloon in Italia, dove le bambine vanno dall’estetista, come se fossero delle donne ormai mature.

In studio si discute dell’argomento. I vari ospiti guardano la questione da vari punti di vista. La tata Lucia, in veste di educatrice, spiega quali sono i possibili problemi a cui sono esposte le baby stars: delusioni derivate dai rifiuti ai casting e un senso di vuoto quando il loro momento di gloria giungerà a termine.
La Peggion asserisce che mettersi in gioco fa bene, mentre la Pivetti argomenta dicendo che ci sono bambini dotati di un talento precoce e questo è positivo.
Tutti, però, sono d’accordo sul fatto che non bisogna né forzare i bambini ad entrare nello show business, come invece accade a volte, né fare in modo che i bambini diventino una risorsa economica per il mènage dell’intera famiglia. Insomma ci vuole equilibrio e i bambini devono potersi divertire e non prendere il tutto come un lavoro.

Tuttavia si inizia a cambiare opinione quando si mostra il “lato oscuro” della situazione. Ad esempio in America accade che delle bambine, già all’età di sei-sette anni, partecipino a concorsi di bellezza. Se la partecipazione sia dovuta a una loro libera scelta o sia dovuta a delle pressioni da parte dei genitori, questo non lo sappiamo. Quello che è certo è che tali sfilate e concorsi portano molti soldi a chi le organizza. Inoltre se durante i giorni del concorso alle bambine cadono i denti, cosa naturale per una bambina di quell’età, vengono messe loro delle protesi temporali, perché le bambine non possono sfigurare. Inoltre si vedono bambine con le extension ai capelli.

Ancora più allarmanti sono i dati relativi ai guadagni ottenuti usando bambini all’interno dello show business. Si calcola che i bambini portano un guadagno di tremila milioni di euro. Dati veramente sconcertanti, che fanno pensare che dietro tutto ciò vi sia veramente uno sfruttamento.

Nel corso della trasmissione la conduttrice ha posto l’attenzione su punti interessanti. Ad esempio quando si accenna alle baby stars, si parla solo al femminile. Come mai? La Pivetti risponde che l’immagine di una femmina, donna o bambina che sia, vende molto di più rispetto a quella di un maschio. Altro punto interessante: le bambine vengono in qualche maniera erotizzate? A volte si. Lo provano alcune immagini viste nel corso della trasmissione. Immagini di bambine pesantemente truccate, con vestiti e acconciature non consoni alla loro età. Ed ancora: è possibile che queste bambine crescano pensando che la bellezza e la notorietà siano tutto nella vita? Può accadere che queste bambine pensino che l’estetica sia più importante del talento e che la bellezza apra tutte le porte? Purtroppo la risposta a tutte queste domande è affermativa.

Il dibattito termina con un’affermazione di Tata Lucia:

I bambini devono essere bambini.

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