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RaiStoria racconta la vita del celebre conduttore Enzo Tortora

di Laura Errico

Pubblicato il 2010-08-30

Rai Storia, visibile sul digitale terrestre e sul canale 805 della piattaforma satellitare, ieri sera ha raccontato la vita di Enzo Claudio Marcello Tortora, noto a tutti semplicemente come Enzo Tortora, nell’appuntamento intitolato “Tortora: l’uomo che visse due volte”. Con l’ausilio di documenti, video ed interviste, la trasmissione Dixit ha narrato le vicende personali e il successo …

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Rai Storia, visibile sul digitale terrestre e sul canale 805 della piattaforma satellitare, ieri sera ha raccontato la vita di Enzo Claudio Marcello Tortora, noto a tutti semplicemente come Enzo Tortora, nell’appuntamento intitolato “Tortora: l’uomo che visse due volte”.

Con l’ausilio di documenti, video ed interviste, la trasmissione Dixit ha narrato le vicende personali e il successo di uno dei conduttori più famosi di tutta la storia della televisione italiana.

Enzo Tortora, considerato insieme a Pippo Baudo, Corrado Mantoni, Mike Bongiorno e Raimondo Vianello uno dei padri del piccolo schermo dell’Italia, condusse celebri programmi, tra i quali il più conosciuto in assoluto rimane Portobello. Tale trasmissione ottenne un successo di pubblico tale da essere annoverata tra i programmi più seguiti di tutti i tempi.

Nato nel 1928 a Genova, Enzo Tortora fu vittima negli anni ’80 di un errore giudiziario, dal quale fu molto provato. Infatti nel 1983 fu arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico.

Dopo l’assoluzione, avvenuta dopo qualche mese di carcere, Enzo Tortora ritorna sul piccolo schermo a condurre nuovamente Portobello e, appena entra in studio, pronuncia in modo tale frase rimasta celebre:

« Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo grazie a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto, e un’altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta. »

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