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Calabrò: “Asta per le frequenze tv, basta ritardi”

di Simone Morano

Pubblicato il 2011-03-12

Secondo Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, non è più possibile tollerare qualsiasi indugio riguardante l’asta per le frequenze televisive liberate con il digitale terrestre, frequenze che devono essere assegnate agli operatori di telecomunicazioni. Per Calabrò, le frequenza “devono essere liberate secondo quanto affermato dalle direttive europee, e devono essere messe a disposizione degli operatori. Per quanto …

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Secondo Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, non è più possibile tollerare qualsiasi indugio riguardante l’asta per le frequenze televisive liberate con il digitale terrestre, frequenze che devono essere assegnate agli operatori di telecomunicazioni. Per Calabrò, le frequenza “devono essere liberate secondo quanto affermato dalle direttive europee, e devono essere messe a disposizione degli operatori. Per quanto riguarda l’asta ci sono elementi a favore ed elementi contro. In ogni caso l’aspetto positivo è rappresentato da un’ingente richiesta di servizi mobile, che all’epoca della gara per il Gsm non si era riscontrata. Non mancano preoccupazioni, invece, per gli operatori over the topo, quali Yahoo! O Google, che sottraggono ricavi”.

Sul tema interviene anche Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Wind, che sottolinea l’importanza di “allocare le frequenze e allo stesso tempo prestare attenzione al costo, perché la capacità di spesa ha un limite. La rete ha costituito un’arma competitiva in passato, ma attualmente non lo è più, perché il livello di coperture è lo stesso per tutti gli operatori. Ecco perché esiste l’idea di mettere insieme le torri e investire su altro”.

Infine l’amministratore delegato di Telecom Franco Bernabè precisa che sia notevolmente criticabile l’obbligo di unbundling della fibra, vale a dire un sistema di accesso alla rete da parte di altri operatori, che è stato proposto a partire dal 2013 da parte dell’Autorità per quelle zone in monopolio. “Si tratta di un provvedimento non giustificato e non proporzionato perché non tiene conto della valutazione della sufficienza degli altri obblighi cui Telecom deve sottostare”.

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