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Incidente Michele Bravi e la depressione: “Ecco il pensiero più triste che mi porto dentro”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2022-11-02

Nella vita di Michele Bravi c’è un prima ed un dopo. Prima del 22 novembre 2018 e dopo questa data. Sono trascorsi quasi quattro anni dal drammatico incidente in cui il giovane cantante rimase coinvolto e nel quale perse la vita una donna di 58 anni. Quell’evento segnò inevitabilmente la vita di Michele.  Incidente Michele …

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Nella vita di Michele Bravi c’è un prima ed un dopo. Prima del 22 novembre 2018 e dopo questa data. Sono trascorsi quasi quattro anni dal drammatico incidente in cui il giovane cantante rimase coinvolto e nel quale perse la vita una donna di 58 anni. Quell’evento segnò inevitabilmente la vita di Michele. 

Incidente Michele Bravi ed il racconto della sua depressione

E’ stato l’avvocato di Michele Bravi, all’Ansa, a spiegare quella che fu la dinamica dell’incidente in cui fu coinvolto il cantante:

Al momento del sinistro Michele Bravi non stava effettuando inversione ad U, bensì una svolta a sinistra per accedere ad un passo carraio.

La moto condotta dalla vittima proveniva da dietro “rispetto al senso di marcia dell’autovettura guidata da Michele e, quindi, alle spalle di quest’ultimo. Al momento dell’impatto, l’auto di Michele aveva superato la riga di mezzeria per circa la sua metà, mentre l’impatto è avvenuto in prossimità della portiera posteriore, lato guidatore”.

Bravi fu accusato di omicidio stradale ed ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione con sospensione della pena e non menzione nel casellario giudiziale. Tuttavia le conseguenze peggiori sono state quelle di natura psicologica, come ha raccontato in diverse interviste. L’ultima è quella concessa a Belve, dove a Francesca Fagnani, Michele Bravi ha affrontato anche il tema della depressione connesso all’incidente e svelando degli aspetti del tutto inediti:

Ho fatto pensieri drammatici? Sì! Anche tanto pericolosi. Questa cosa non l’ho mai raccontata a nessuno. Quando parlavo di allucinazione… era che io veramente pensavo che stessimo tutti in un sogno e l’unico modo per svegliarsi era annientarsi, a un certo punto ho proprio sperato che le persone che amavo morissero insieme a me, perché pensavo di averle condotte in un incubo, che non era la cosa reale, ed è quello il pensiero più triste che mi porto dentro.

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