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“Mi manda Rai tre”: dalle testimonianze sulle violenze dei preti su bambini sordomuti ai problemi legati al navigatore satellitare

di Marco Ceste

Pubblicato il 2010-03-27

Puntata di Mi manda Rei tre che inizia occupandosi di temi forti, fortissimi. Si parla dell’istituto Provolo di Verona, venuto alle ribalte della cronaca negli ultimi anni per le accuse di violenze sessuali commesse dai preti sui bambini sordomuti che erano stati loro affidati. In studio sono presenti tre di quei ragazzi, ora adulti, che …

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Puntata di Mi manda Rei tre che inizia occupandosi di temi forti, fortissimi.

Si parla dell’istituto Provolo di Verona, venuto alle ribalte della cronaca negli ultimi anni per le accuse di violenze sessuali commesse dai preti sui bambini sordomuti che erano stati loro affidati.
In studio sono presenti tre di quei ragazzi, ora adulti, che hanno deciso di raccontare le loro storie.
Gianni Bisoli è il primo che parla, o meglio, viene fatta sentire una voce registrata che legge le sua testimonianza. Vengono fatti nomi e cognomi dei preti sotto accusa. Lui oggi ha sessant’anni e la sua vita, da quei giorni, è stata per sempre segnata. Viene sottolineata da Vianello la forza di queste persone che per anni hanno sofferto in silenzio e solo oggi hanno saputo trovare la forza di liberarsi di quel segreto a volto scoperto.

Poi tocca a Mario Laiti, che narra i fatti e ammette dei problemi psichici e relazionali che hanno caratterizzato un po’ tutta la sua vita.
L’ultimo è Alessandro Lantini, che fu sodomizzato dai sei ai dieci anni all’interno dell’istituto veronese e per tutta la vita ha avuto grandi problemi di livello psicologico.

E’ stato intervitato anche uno dei sacerdoti accusati, che ammette le violenze, dicendo che molti preti lo facevano, era una cosa normale. In studio è presente anche un rappresentante della curia di Verona, che decide di non schierarsi, bensì dichiara di volere anch’egli la verità.

Una bruttissima storia che si spera, anche grazie all’aiuto delle inchieste della trasmissione di Rai tre, che si possa risolvere nel modo migliore.
Ovviamente il caso monopolizza gran parte della serata, ma c’è spazio per altre tre storie.

Giovanni Felloni è il protagonista del secondo caso. Il signore ha vinto 5 milioni di euro al casinò di Venezia giocando alla slot machine, ma non ha mai visto i soldi. I responsabili del casinò dichiarano che la macchina fosse in tilt e dunque la vincita non valida.

Altra storia, altro dramma: nel 2006 una giovane napoletana venne ricoverata all’ospedale Cardarelli per ustioni. Inizialmente la prognosi parlava di 60 giorni ma sono passati quattro anni e 17 interventi. Otto medici sono stati rinviati a giudizio e la ragazza vuole il risarcimento dei danni per il suo corpo che è stato devastato.

Ultimo caso decisamente bizzarro: un signore compra un’auto nuova, ma il navigatore satellitare ha seri problemi. Non conosce le strade ed è pieno zeppo di imprecisioni, come quella di non riconoscere le vie se non si inserisce il nome di battesimo completo del personaggio cui la via è dedicata. Per non parlare degli errori di lingua commessi dalla voce del navigatore.

Come sempre, dunque, alternanza di storie più e meno leggere. Vicende comunque serie anche quando non gravissime. Vianello e Mi manda Rai tre sempre dalla parte dei più deboli e di quelli che chiedono giustizia.

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