logo

Serena Bortone difende i diritti civili: “Vivere in un Paese che non li riconosce mi fa sentire cittadina di serie B”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2024-05-20

Serena Bortone nel corso della sua trasmissione difende i diritti civili

Serena Bortone non ha paura a difendere i valori in cui crede e lo ha dimostrato anche nella puntata dello scorso sabato di Chesarà. Nel corso dell’appuntamento, tra i temi affrontati c’è stata anche la discussa (e vergognosa) mancata firma dell’Italia al testo Ue sui diritti Lgbtqia+. Ed anche su questo la Bortone ha deciso di dire esattamente ciò che pensa. 

Serena Bortone dalla parte dei diritti civili

Serena Bortone

Non ha peli sulla lingua Serena Bortone. Lo ha già dimostrato con il caso Scurati e continua a farlo, sostenendo tutte le battaglia che le stanno a cuore, senza temere le conseguenze. La conduttrice ha già conquistato il mio cuore, perché ha dimostrato in più occasioni che esporsi senza paura di essere travolta dalla tempesta mediatica, può fare davvero la differenza.

Nella puntata di sabato, Serena si è occupata anche di diritti civili, “un tema che l’appassiona”, come ha confermato lei stessa in risposta alla domanda di Massimo Magliaro, ex vicedirettore del Tg1. La risposta della conduttrice non si fa attendere, ed è chiarissima, lineare e condivisibile:

Sì, mi appassiona molto, come tutti i temi che riguardano i diritti civili. Perché vivere in un Paese che non riconosce i diritti civili, o che opera discriminazioni, a prescindere dal mio orientamento sessuale e dalla mia identità di genere, mi fa sentire cittadina di serie b. Il tema mi appassiona in generale, mi appassiona in Italia, in Europa, in Ungheria. E mi appassiona ancora di più in Paesi come l’Iran, in cui l’omosessualità è un reato.

Le sue parole sono state particolarmente apprezzate sui social ma anche in studio, dal momento che sono state seguite da un applauso.

Potrebbe interessarti anche