Licia Nunez pronta a diventare mamma: “Inseminazione assistita, io e Barbara vorremmo una femminuccia”

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Il desiderio di maternità di Licia Nunez continua ad essere molto forte. L’attrice ed ex gieffina negli ultimi mesi di stop forzato a causa del lockdown, tra le pagine del settimanale Chi ha raccontato di aver rivissuto alcuni momenti dolorosi del suo passato relativi alla perdita di un figlio. Adesso però, per la Nunez non è più tempo di aspettare ma anzi insieme alla compagna Barbara Eboli sarebbero pronte a vivere questo momento importante.



Licia Nunez e Barbara Eboli: il sogno di una famiglia

Al settimanale diretto da Alfonso Signorini, Licia Nunez ha ripercorso una parentesi molto dolorosa della sua vita, relativa alla perdita del bambino che aspettava:

Nel 2003 ho perso un figlio. Frequentavo da mesi un imprenditore. Facciamo l’amore e si rompe il preservativo. In quel periodo ero ‘serena’. Scopro, poi, di essere incinta e quando succede sono in bagno a fare il test da sola. Lui era un uomo molto impegnato. In quel momento era in aeroporto e stava partendo per il Giappone. Lo chiamo e gli dico: ‘Sono incinta’. Silenzio. Io continuo: ‘Non sto bene’. Silenzio. Poi: ‘Devo pensarci’. Io intanto prendo tempo. Sono una persona molto fragile. Lo sono, lo ero. Passano i giorni e lo stress ha la meglio su tutto, anche su quella che era una bella notizia. Finché una mattina mi sveglio e vedo il letto macchiato di sangue. Inizio a piangere. Richiamo lui, che nel frattempo era tornato in Italia, ma il suo telefono squilla a vuoto. Corro in ospedale in taxi. Temevo di svenire da un momento all’altro. Il taxi era pieno di sangue, quest’immagine non la scorderò mai. Arrivo in ospedale ma ormai era tardi. Avevo perso il bambino e anche molto sangue. Il ritorno alla vita è stato un incubo.



Quello fu un periodo straziante per l’attrice, che riversò i suoi dispiaceri nell’alcol:

Ho affogato i dispiaceri nell’alcol. Pensi che a lui, l’uomo di merd* non ho mai detto nulla. Ho lasciato andare, ma io sono precipitata nell’inferno. Per dieci mesi ho bevuto e costruito nella mia testa l’idea di avere ancora un figlio. Una sera che avevo esagerato, sono caduta e ho sbattuto la testa sul pavimento. Di nuovo ospedale. Di nuovo sangue. Questa volta però ho deciso che dovevo fermarmi e ho inizio un percorso di cura per disintossicarmi e delle sedute per capire che cosa mi fosse successo.



L’arrivo nella sua vita di Barbara Eboli ha però cambiato tutto in meglio. E finalmente, dopo la riconquistata serenità, in Licia è rinata quella voglia fortissima di maternità ed entrambe oggi sognano di poter presto allargare la famiglia:

Sto iniziando la prima fase dell’inseminazione assistita. Io e la mia compagna vorremmo una femminuccia. La chiameremo Elena o Beatrice e voglio sentirla scalciare nel mio corpo. Voglio insegnarle il linguaggio dell’amore. Chi entrerà nella nostra casa, chi crescerà con noi, lo farà in nome dell’amore, senza distinzioni. Non ci sarà bisogno di spiegare chi sarà la madre o il padre perché nostra figlia avrà amore. La scelta di fare un figlio comunque non nasce dalla disperazione, ma dalla voglia d’amore. Una nuova vita è solo sinonimo di gioia.