“Simuliamo una violenza sessuale?”, Ciacci e Sara Manfuso shock al GF Vip (e lei è stata molestata quando aveva 17 anni)

Categorie: REALITY SHOW

Nella Casa del Grande Fratello Vip 7 continuano a sollevare temi delicatissimi in maniera superficiale. Ne sanno qualcosa Giovanni Ciacci e Sara Manfuso, convinti di essere divertenti mentre parlano di violenza sessuale.



“Simuliamo una violenza sessuale?”, Ciacci e Sara Manfuso shock

“Non ti volevo toccare il cul*. Facciamo una violenza sessuale? La simuliamo? Scusami ma mi è andata lì la mano. Tuo marito spero non sia geloso di me”, ha affermato Ciacci dopo aver sfiorato – distrattamente – la concorrente.

Pronta la replica di Sara:



Eh ma adesso guarda domani… urlerò: ‘mi ha toccato il cul*’, si simuliamo. Mio marito geloso? Ma no! Poi fuori di qui facciamo una cena tutti insieme.

La cosa più agghiacciante sapete quale è? Sara Manfuso, quando aveva appena 17 anni, è stata realmente molestata.



Mi duole dirlo ma quest’anno avete sbagliato tutto e, personalmente, credo che l’unico rimedio a tutto questo orrore sarebbe chiudere il programma. Anche un cambio cast è una ramanzina non potranno aggiustare le cose. 

La storia della violenza sessuale

La mia ferita non è mai diventata cicatrice. – ha svelato a Storie Italiane – Avevo 17 anni, ero in pieno giorno, uscivo da una mensa, ero ora di pranzo, stavo tornando a casa. Vicino al portone trovo un uomo con un berretto e un occhiale da sole, e perchè questi dettagli sono utili, quello è un uomo che mi ha praticato violenza ed era forse una violenza premeditata, sapeva i miei orari, le mie abitudini, e mi aspettava.

Il racconto di Sara Manfuso è proseguito:

Vado per entrare nel palazzo, ero 17enne, ero “grande” ormai, lui mi segue e perchè non farlo entrare? Poteva andare a casa di qualcuno. Entra, prima gradini, ricordo tutto come se fosse ieri, vado verso l’ascensore, sento questa mano che mi tappa la bocca, aveva già i pantaloni scesi ed era già pronto a consumare. Ricordo il gelo, in quei momenti sei paralizzato dalla paura, non so chi ringraziare, forse la mia forza, gli morsi la mano, affondai i denti nella mano, ed ebbi la forza di urlare ma nessuno reagì a quelle urla, nessuno uscì fuori.

Poi – continua il racconto – siamo andati a denunciare ma non l’hanno mai individuato. Venivo regolarmente chiamata in commissariato per varie foto segnaletiche ma non c’era mai lui. Io avevo paura di incontrarlo di nuovo e una volta in treno mi sembrava di averlo visto e non hai idea di quanto ho vissuto, ho risentito il gelo. 

Avevo il terrore che mi accompagnava ma forse questo alterava la mia percezione perchè dopo aver vissuto una violenza pensi che possa accadere di nuovo. Ti ritrovi a sospettare di chiunque anche di una persona che incroci sotto casa, ho avuto serie difficoltà dopo, forse le ho ancora chissà, a recuperare la fiducia nell’interazione con l’altro sesso.

Sara Manfuso ha svelato anche di aver ricevuto delle critiche dopo aver raccontato la sua dolorosa storia:

L’ho fatto per avere un megafono mediatico, e quando ho raccontato questa cosa ho avuto persone che mi hanno detto che lo storytelling mi avrebbe portato bene, mi hanno fatto un discorso di diritti, omosessuali, donne, come se rientri in quel pacchetto, hai la storia e dai che avrai successo. Pensavano che venisse strumentalizzata per accelerare un percorso tv, ma a questi cosa bisogna rispondere?