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Il testamento di Michela Murgia: casa, vestiti ed il patrimonio dei libri, a chi è andata la sua immensa eredità

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2023-08-13

Anche il testamento, così come la sua intera vita e persino i suoi funerali, è stato per Michela Murgia un atto politico. Un modo, il solo che aveva, per tutelare la sua famiglia queer. Michela ha lasciato tutto “in ordine”, destinando ogni sua cosa a ciascun membro. E così, prima di lasciare questo immenso vuoto, …

Anche il testamento, così come la sua intera vita e persino i suoi funerali, è stato per Michela Murgia un atto politico. Un modo, il solo che aveva, per tutelare la sua famiglia queer. Michela ha lasciato tutto “in ordine”, destinando ogni sua cosa a ciascun membro. E così, prima di lasciare questo immenso vuoto, ha predisposto a chi lasciare la sua casa, i vestiti, fino all’immenso ed inestimabile patrimonio dei suoi scritti. 

Il testamento di Michela Murgia

Michela Murgia

La famiglia queer di Michela Murgia non rientra (ancora) nel perimetro legale di una famiglia tradizionale. Per questo la scrittrice ha deciso di fare testamento come atto politico facendosi aiutare dall’amica Cathy La Torre, che ha redatto per lei il testamento e lo ha raccontato a Repubblica:

Non posso entrare nei dettagli del suo testamento, posso però dire che mesi fa Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è esattamente riconducibile all’eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio. Quindi lei per la prima volta ha parlato di famiglia queer e mostrato che esistono altri modelli di famiglia. E questo è stato un gesto politico incredibile, perché centinaia di migliaia di persone si sono interrogate su che cosa è una famiglia queer. 

Il secondo passo è stato di dare concretezza a tutto questo di fronte alla legge e allo Stato, visto che lo Stato non riconosce alcun tipo di famiglia che non sia quella tradizionale, o le convivenze di fatto che siano registrate di fronte a un Comune di residenza. Quindi quello che abbiamo fatto è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge, e lo abbiamo fatto attraverso un testamento articolato, attraverso una cosa che spesso la gente non fa perché pensa che costi molti soldi, invece in realtà scrivere un testamento di proprio pugno, olografo, non ha alcun costo e in qualche modo è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Così come un testamento biologico, che è una dichiarazione anticipata di volontà o anche nominare un esecutore o una esecutrice testamentaria che possano seguire in qualche modo l’applicazione di quel testamento.

L’eredità della scrittrice

E dunque, a chi è andata l’eredità di Michela Murgia? Ai suoi figli dell’anima ha lasciato la sua casa romana che sarà la dimora della sua amata famiglia queer. Uno dei figli, Alessandro Giammei, avrà il compito di gestire la curatela degli scritti, editi e inediti, dal momento che Michela Murgia ha scritto fino agli ultimi dei suoi giorni ed alcuni verranno pubblicati postumi. 

A Vanity Fair la scrittrice aveva parlato del testamento, redatto alla presenza di Claudia, madre di uno dei quattro figli dell’anima: 

Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri, che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia Renzi avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria, trenta chili di cianfrusaglie accumulate.

La cosa buffa è stata la richiesta di Alessandro (Giammei, ndr). Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community. Chiara Valerio invece non ne vuole sapere niente, lei è nella fase rifiuto, dice: ‘Io voglio trattarti da viva fino all’ultimo giorno, io voglio far finta che questi preparativi verso la morte non esistano’. È il suo modo di proteggersi dal pensiero della perdita.

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