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Simona Ventura: “Gente come Fabrizio Corona rovina il mondo dello spettacolo”

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-12-18

Simona Ventura va all’attacco di Fabrizio Corona, e lo fa senza peli sulla lingua: “Gente come Corona rovina il mondo dello spettacolo, perché fa credere che tutto l’ambiente sia così”. E con così, intende fatto di ricatti, sesso e compromessi. La sede dell’attacco non è un’intervista a qualche giornale scandalisitico, ma il tribunale di Milano, …

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Simona Ventura

Simona Ventura va all’attacco di Fabrizio Corona, e lo fa senza peli sulla lingua: “Gente come Corona rovina il mondo dello spettacolo, perché fa credere che tutto l’ambiente sia così”. E con così, intende fatto di ricatti, sesso e compromessi. La sede dell’attacco non è un’intervista a qualche giornale scandalisitico, ma il tribunale di Milano, dove la Ventura, assistita dall’avvocato Davide Steccanella, ha testimoniato in qualità di parte civile al processo per diffamazione che lei ha intentato nei confronti del fotografo, in seguito a une lettera che Corona aveva inviato al settimanale Chi nel quale parlava di una “Simona segreta”. Al presidente della settima sezione penale del tribunale meneghino, la conduttrice spiega che “non c’è nessuna Simona segreta: io non ho mai ceduto a compromessi di alcun genere e tantomeno a ricatti, e non sono una mosca bianca in questa ambiente. Corona mi faceva sempre trovare i paparazzi sotto casa, la sua era una guerra sotterranea”.

Nella lettera inviata a Chi, Corona scriveva:

Quanti pranzi e quante cene abbiamo condiviso in dodici anni di frequentazione che entrambi abbiamo avuto con Lele Mora? Potrei scrivere un libro sulla Simona segreta, e tu lo sai bene, molto bene. E anche Lele potrebbe farlo.

La Ventura ha sottolineato che le affermazioni di Corona l’hanno colpita “nella mia dignità di donna, di madre e di professionista che si è guadagnata i suoi successi sul campo. Ho lavorato con l’agenzia di Lele Mora per quattordici anni e con lui ho avuto ottimi risultati, ma io e Corona siamo frutti diversi dello stesso albero”.

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