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Non è la Rai: ecco perché non dovrebbero rifarlo

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2010-07-18

“Tutta invidia, tutta invidia chi non fa Non è la Rai…” questo uno dei tanti motivetti che cantavano in coro negli anni ‘90 le famose lolite di Non è la Rai, trasmissione ideata e diretta da quel genio di Gianni Boncompagni, che non smentisce un possibile ritorno della trasmissione, come anticipato qui. Intervistato dal quotidiano …

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“Tutta invidia, tutta invidia chi non fa Non è la Rai…” questo uno dei tanti motivetti che cantavano in coro negli anni ‘90 le famose lolite di Non è la Rai, trasmissione ideata e diretta da quel genio di Gianni Boncompagni, che non smentisce un possibile ritorno della trasmissione, come anticipato qui. Intervistato dal quotidiano free EPolis, afferma a riguardo:

Può darsi, lo dicono in tanti. Certo replicare una trasmissione che ha fatto epoca, con le ragazzine che all’uscita da scuola seguivano il programma sui televisorini portatili, sarebbe difficilissimo. Chi guardava Non è la Rai allora la seguirebbe anche oggi. E poi ci sono le nuove generazioni. La trasmissione, con i suoi provini e la magia del Palatino, ha un marchio di fabbrica inconfondibile.


Chi di voi non seguiva questo programma? Tutto è iniziato nel 1991, con al timone una giovane e riccioluta Enrica Bonaccorti, insieme a 130 ragazze dentro tubini cortissimi e provocanti. Facce acqua e sapone e sensualità acerba. I maschietti le sognavano la notte e non solo, consacrando alcune di loro come “sogno erotico” per eccellenza. Le femminucce invece, volevano essere come loro.
Insieme ad Enrica c’erano anche Antonella Elia e Ivonne Sciò (che lasciò il programma nel gennaio del 1992), e tra le varie ragazze, si misero subito in luce Miriana Trevisan (oggi moglie di Pago e mamma di Nicola) e Laura Freddi (oggi… ? ma che fine ha fatto Laura Freddi?).

Nell’edizione ’92/93 fu la volta di Paolo Bonolis, che però veniva affiancato da alcune ragazze, tra le quali: Ambra Angiolini, Mary Patti (“Leeeei si chiamaaaa Maaary” ricordate il suo stacchetto d’ingresso? E il nome di sua nonna invece? Come diavolo si chiamava?), Roberta Modigliani (nota tra le altre cose per essere una ex di Boncompagni), Francesca Gollini (o Da Bellaria), Roberta Carrano ed Ilaria Galassi (recentemente “riesumata” da TGcom per un’intervista).

Nell’edizione ’93/94, le ragazze si alternano nella conduzione, ma tra le tante, una sola emerge e s’innalza tra la folla, lei è: Ambra.
Ancora adesso Ambra Angiolini è forse una delle poche, insieme a Claudia Gerini, Romina Mondello, Sabrina Impacciatore e Nicole Grimaudo a far parlare di sé. Avendo raggiunto una popolarità e una professionalità assolutamente di tutto rispetto. Delle altre poco o nulla ormai si sa, delle volte, durante la scorsa stagione di “Domenica Cinque”, siamo stati costretti ad imbatterci come un treno in corsa, senza per altro alcun tipo di destinazione, dentro i siparietti vocali (e non solo…) di Pamela Petrarolo. Da sempre acerrima nemica dell’Angiolini. Una rivalità che si è assolutamente creata da sola, visto che Ambra viaggia da sempre in prima classe. Nell’ultima edizione però (stiamo quindi parlando del 1994/95), Pamela diviene perfino coreografa del programma (ed incide anche il CD: “Niente d’importante”) Ambra conduce l’intero programma e pubblica “T’appartengo”.

Quante copie avrà mai venduto? Ancora adesso, il suo compagno Francesco Renga, ironizzando afferma, che la sua compagna ha venduto molte più copie di lui.

Dopo questo pezzo celebrativo, ed a tratti malinconico, mi chiedo, che senso avrebbe riproporre una nuova edizione del programma? Negli anni 90 le ragazzine erano decisamente più disincantate e docili, adesso, nell’era di Noemi Letizia, come minimo, qualcuna ci perderebbe la vita (uccisa “accidentalmente” da una di loro). In un’epoca di escort, di tette e culi in ogni dove, cosa potrebbe avere di genuino e innovativo un programma del genere? Io lo lascerei nei cassetti della memoria, e in caso, gli renderei semplicemente omaggio con degli speciali (pare ci stiano già lavorando…). Del resto, se venisse riproposta una nuova edizione, i cassetti della memoria potrebbero svuotarsi per dare spazio a nuova gente, e dalla D’Urso poi non rivedremo più la Petrarolo immagino. Uhm… forse ho trovato l’unico motivo valido per rifare una nuova edizione! A parte gli scherzi, lasciamo solo il ricordo di ciò che fu. Non potrà mai esistere una nuova Ambra…

“Noi non ci siamo montate la testa e non siamo affatto deluse, noi siamo quelle che chiamano di… Non è la Rai”.

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