Luca Tommassini, scritta omofoba sotto casa: “Froc*o vattene”, denuncia del coreografo

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Un biglietto con una agghiacciante scritta omofoba è comparso sul citofono di Luca Tommassini, il famoso ballerino e coreografo che ha deciso di rendere noto questo triste dettaglio, per trasformarlo in uno spunto di riflessione contenente anche un racconto doloroso sulle difficoltà vissute a causa del suo orientamento sessuale.



Luca Tommassini, scritta omofoba sotto casa: “Froci* vattene”

“Oggi è apparsa questa scritta sul citofono del mio palazzo, – inizia Luca Tommassini – accanto ai miei due interni. Non sono sicuro al 100% sia per me ma un dubbio ce l’ho”. Successivamente il coreografo continua, riaprendo dei dolorosissimi cassetti della memoria:

In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro “froci*” a scuola e per strada. Mi è tornata la paura che avevo quando mia madre mi svegliava ogni mattina e pensavo che avrei dovuto affrontare da solo un’altra giornata passando per quella maledetta strada, davanti all’officina di mio padre che faceva finta di non vedermi. Si vergognava di me, non avevamo un rapporto “pubblico” e in privato lo avevamo solo quando mi faceva provare a pronunciare la “s” in modo corretto, offrendomi un premio in soldi, avevo la “s” moscia e lui la odiava.



Non ho parlato per anni durante la mia infanzia per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre. L’ha picchiata spesso per “colpa” mia, le diceva che ero “froci*” e le dava la colpa e le botte. Quando io e mia madre decidemmo di iscrivermi alla scuola di ballo sotto casa, lo facemmo di nascosto. Quando papà lo scoprì, ci fu una rissa a casa, tra le più brutte, in cui papà urlava a mamma che non dovevo più andare a studiare danza perché diventavo “froci*” e che finì con lui che ruppe una bottiglia di vetro sulla parete della cucina tenendo in mano il becco rotto cercando di colpire mamma e io che saltai dalla mia sedia mettendomi tra loro due evitando la tragedia … urlandogli in faccia “vattene”.

Luca continua, affermando di avere sempre tenuto la testa alta e proseguendo con la danza:



Più avevo paura e più alzavo la musica. Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni”, ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. ORA BASTA, non possiamo più rimanere in silenzio, siamo tutti sotto attacco, non importa a chi lo dicono io zitto non ci resto!