“Due aborti, ero disperata!”, l’ex del Grande Fratello Vip svela il suo dramma “uno strazio, presi dei calmanti”

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Maria Monsé ha rilasciato una lunga intervista tra le pagine del settimanale “Ok Salute e Benessere” dove ha raccontato un dramma molto forte: due aborti. L’ex concorrente del Grande Fratello Vip 6 esordisce raccontando cosa le diceva il marito quando era incinta di Perla Maria.



Maria Monsè dopo il Grande Fratello Vip, confessione shock: “Due aborti”

Sei bionica, mi diceva mio marito quando ero incinta di nostra figlia Perla. Lo diceva perché non mi fermavo mai: praticavo sport, andavo in barca, stavo bene, ero felice, luminosa. Saranno stati i 32 anni, sarà stata l’ebbrezza della prima gravidanza, ma io non avevo la benché minima percezione del rischio.

Nel 2006 aveva accettato il reality La Fattoria da il ginecologo le consigliò di non stressare il suo corpo:



Rinunciai, limitandomi a fare l’opinionista in studio. Perla nacque e andò tutto bene, finché, passati tre anni, io e mio marito decidemmo che era arrivato il momento di allargare la famiglia. Ero entusiasta di cercare un altro figlio: della gravidanza, dopotutto, serbavo solo ricordi positivi.

L’ex concorrente del Grande Fratello Vip rimase quasi subito incinta, poi il dramma:



Un giorno, però, ho iniziato a sentire dolori alla pancia, così sono corsa a fare un’ecografia. Era solo la terza settimana, il medico mi disse che non c’erano più i battiti e io rimasi scioccata. Ma come? La mia favola era improvvisamente crollata. Tornai a Roma per abortire e fu un dramma. Non solo convivere con questa notizia, veramente inaspettata, ma anche l’intervento in ospedale dove, per una tragica ironia della sorte, mi misero nella stanza accanto a quella in cui nascevano i bambini. Io stavo per abortire e dall’altra parte del muro sentivo piangere i neonati. Uno strazio. Presi dei calmanti. L’operazione andò bene, nonostante il mio stato d’animo e le mie preoccupazioni.

Poi il secondo aborto:

Con il tempo il trauma dell’aborto si affievolì e a un certo punto i ricordi positivi della prima gravidanza, con la felicità che mi dava avere accanto Perla, mi spronarono a riprovarci.

Purtroppo si ripresentano gli stessi problemi:

Ero disperata, non ci volevo credere. Andai da un altro medico per una seconda ecografia e nonostante l’esito fosse lo stesso, dopo il secondo raschiamento ho convissuto per mesi con il pensiero che i dottori avessero sbagliato e che mio figlio, invece, era vivo e lo avevo perso volontariamente. Ma ero io che vivevo di false speranze, ero io che ero entrata in un tunnel da cui non riuscivo a uscire. Per un po’ di tempo ho cercato di capire il motivo di questi aborti: c’era chi mi diceva che a una certa età il rischio aumenta perché gli ovuli non sono più quelli «di una volta», chi mi diceva che avrei dovuto fare una cura di eparina, chi sosteneva che fosse colpa della tiroide.

La verità è che io a un certo punto ho detto basta e non ho più voluto andare alla ricerca della causa. Avevo sofferto troppo e mi sono resa ancora più conto del valore di quello che già avevo. Accanto a me c’era Perla e ancora oggi che lei ha 16 anni siamo inseparabili. Sono una donna molto fortunata.