Francesco Totti e l’investigatore privato, Federpol tuona: “Pronti a vie legali”

Categorie: Gossip

L’intervista a Francesco Totti continua a far discutere. Adesso, a finire al centro dell’attenzione è anche la figura dell’investigatore privato tirato in ballo dell’ex Capitano della Roma nella sua intervista bomba al Corriere della Sera. E c’è chi minaccia di essere pronto alle vie legali. 



Francesco Totti e l’investigatore privato: interviene Federpol

Negli ultimi giorni in svariate trasmissioni, tra cui Ore 14, si è spesso parlato del ruolo che l’investigatore privato ha avuto nella vicenda relativa alla separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi. Per comprendere di cosa stiamo parlando occorre fare un passo indietro, alle parole di Totti al CorSera:

Mi ha fatto seguire da un investigatore privato. Persone a lei vicinissime mi hanno messo le cimici in macchina, e il gps per sapere dove andavo; quando bastava che me lo chiedesse. Altre persone si sono appostate sotto la casa di Noemi…



Luciano Tommaso Ponzi, presidente nazionale di Federpol, la Federazione Italiana degli Istituti privati per le investigazioni, intervenendo sul caso Totti-Blasi in una nota ripresa da varie testate tra cui anche Today ha commentato:

A tutela della propria onorabilità, in merito ai continui e inappropriati tentativi di denigrare la reputazione della figura dell’investigatore privato che accoglie al suo interno seri professionisti, assolutamente rispettosi delle leggi (molte) e adeguatamente formati in tal senso, la Federpol, federazione più rappresentativa della categoria, si riserva di adire le vie legali.



Noi non ci stiamo -tuona Ponzi- non so più come ripetere che la figura dell’investigatore privato, così tanto romanzata, è fatta di professionisti seri ed esemplari, che conoscono il loro lavoro e sanno rispettare la legge e, soprattutto le persone. Spiace assistere a continui talk show televisivi, frequentati dai professionisti del gossip, che si permettono di offendere colleghi e ledere la loro onorabilità…d’altronde se una prova non è utilizzabile in giudizio per quale ragione dovrebbe essere fornita ad un ipotetico committente, per fare ricatti o estorsioni?

Forse chi parla nei salotti televisivi – attacca ancora Ponzi – non è ben informato e non conosce bene la normativa, l’investigatore privato è autorizzato con licenza governativa che risponde a stringenti requisiti oggettivi e soggettivi, ma soprattutto al primo ‘sgarro’ viene ritirata con conseguenze irreparabili per il professionista, quindi non vogliamo asserire che le pecore nere, come in tutte le professioni, possano esserci, ma che una intera categoria venga denigrata da organi di stampa, magari pure dalla televisione pubblica, beh questo è inaccettabile. Ritengo giusto – conclude Ponzi – che gli investigatori possano dire la loro. In molti così, finalmente, capirebbero chi siamo veramente e l’importanza della nostra professione, non limitata affatto alle sole infedeltà coniugali, ma anzi di gran supporto alla giustizia italiana.